La pioggia controllata è benefica
Continuiamo a vedere report radiotelevisivi, inseriti nei media sociali o riportati dai quotidiani, sul disastro che hanno provocato in diverse regioni d’Italia fiumi, affluenti e simili. Tali danni sono conseguenza del fatto che questi corsi d’acqua esondano, cioè travalicano le sponde. Perché esse vengono superate dall’acqua? La risposta è nei fatti: o sono fragili e si sgretolano sotto il peso del liquido, ovvero sono bassi e quindi quando vi è la piena essa li supera e inonda tutti i terreni circostanti, anche per chilometri. Dal che sorge la domanda: perché le istituzioni che governano il territorio – Stato, Regioni, Province e Comuni – non hanno provveduto a rinforzare gli argini da un canto o elevarli dall’altro? Per incuria, per incapacità o per altre componenti che obbligherebbero a infliggere pesanti sanzioni. Ma tali sanzioni non vengono date perché l’unica arma che hanno i/le cittadini/e è il voto.
L’arma del voto è spuntata perché i/le cittadini/e-elettori/trici si accorgono che passata la festa, gabbato lo santo, cioè a dire subito dopo avere ricevuto i consensi, la parte politica vincente si dimentica su quali punti abbia ricevuto tale consenso e comincia a svolgere la propria attività istituzionale, anche a prescindere.
È una vecchia storia che noi ripetiamo da decine di anni e che è anche la causa primaria per la quale gli/le astenuti/e, cioè gli/le elettori/trici che non vanno al seggio, continuano ad aumentare di elezione in elezione. Il risultato è un fatto democraticamente sconvolgente, e cioé che dobbiamo certificare come non è più vero che la Democrazia è il governo del Popolo, ovvero della maggioranza di esso.
Vi vogliamo illustrare un meccanismo – scritto più volte – secondo il quale, per esempio, l’attuale Governo non è stato eletto dalla maggiorana degli/delle italiani/e. Perché? Perché è stato eletto dalla maggioranza dei/delle votanti, che rappresenta la metà degli/delle elettori/trici. Ergo, tale maggioranza è poco più di un quarto degli/delle elettori/trici. Successivo ergo, l’attuale maggioranza in effetti rappresenta poco più di un quarto degli/delle elettori/trici. Ed infine questi non sono il Popolo, ma un quarto di esso. Spero che la ripetizione consenta di capire bene questo terrificante meccanismo politico.
Torniamo ora ai disastri ambientali. Non solo interi paesi e quartieri vengono allagati, con danni di miliardi di euro – per l’incuria delle istituzioni che dovrebbero governare il territorio con sagacia e previdenza – ma vi sono strade, muri, ponti, sottovie e tanti altri percorsi che non sono curati né dallo Stato né dall’Anas (che gestisce le strade statali) né dalle Regioni che si occupano di quelle provinciali e nemmeno dai Comuni che controllano quelle comunali.
Qualcuno potrebbe osservare che questo accade per mancanza di risorse finanziarie. Errore: le risorse ci sono, ma non vengono spese perché la macchina della Pubblica amministrazione è sballata in quanto disorganizzata, senza meritocrazia e incapace di progettare ed eseguire secondo tassativi cronoprogrammi.
È inutile ascoltare le promesse di ministri, assessori regionali e comunali e che, salvo illuminate eccezioni, sono promesse da marinaio, cioè labili, che vengono dimenticate un minuto dopo essere state pronunziate.
Molti di questi responsabili (o irresponsabili) delle istituzioni se la prendono con le bombe di pioggia o con temporali di notevole intensità. Non si può negare come il cambiamento climatico sia una causa di queste piogge torrenziali e che vi saranno sempre più spesso, ma non dobbiamo dimenticare che la pioggia, quando atterra, non provoca danni se le caditoie funzionano, le reti fognarie sono efficienti, le strade sono idonee; anzi tale pioggia è benefica perché abbevera le piante e riempie i bacini, ove le dighe dovrebbero essere perfettamente funzionali e consentire di riempirle fino all’orlo e non fino alla metà, come accade ora.
Il comportamento dei responsabili (o irresponsabili) delle istituzioni è deprecabile e quindi quando poi cominciano con le loro lamentazioni o chiedono al Governo di determinare lo stato di emergenza, reclamando i miliardi per ricostruire e riparare, dovrebbero essere presi a pesci in faccia, perché hanno dimenticato le loro responsabilità non avendo proceduto secondo la regola delle tre P: prevenire, prevedere, provvedere.