Pezzi di Pizzo

Totò o Barabba?

Il circo mediatico del web, dei tweet, dei media, dei post su FB alla fine ha ottenuto di crocefiggere Totò. Lui, nonostante per la legge italiana ed europea sia riabilitato, non può fare politica. Attenzione la può , oppure può portare i suoi voti sottobanco a quelli che glielo chiedono nelle segrete stanze.

I voti di Cuffaro hanno fatto la differenza alle comunali, ma soprattutto alle regionali, pensate se avesse votato Cateno De Luca, forse qui scriveremmo un’altra storia. Ma tant’è la storia è questa, è stata tutta una vita crucis per Cuffaro in questi mesi elettorali. Ha incontrato tutti, e tutti lo hanno ricevuto, con tanto di carissimo Totò, forse se lo sono pure baciato più volte, ma si sa anche un tale Giuda baciava, ma poi alla fine nessuno lo ha formalmente voluto. Però lui le giunte le forma, le sostiene, è necessario per la raccolta del consenso. Ma poi c’è un limite, c’è l’ipocrisia del decoro politico. Tutti a dire che è legittimo che faccia politica, dal punto di vista del diritto può pure candidarsi. Finora non l’ha fatto, forse per non alimentare il fuoco che ha contro, e non tutto di sinistra, anzi. Sembra che i maggiori problemi provengano dalla parte in cui ha deciso di stare, il centro ed il centrodestra. È ingombrante Cuffaro, dopo il dimagrimento imposto dal carcere e tornato abbondante, di sorrisi, pacche affettuose e consensi. Quanti non si sa, è difficile capirlo se non lo fanno candidare, se gli tolgono agibilità politica, però intanto lo vogliono, lui uomo da proporzionale, quando nel maggioritario serve per vincere. Lì per un voto in più andrebbe bene chiunque, anche un Totò Cuffaro.

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Nel film di Ciprì e Maresco, “Totò che visse due volte”, che finì censurato, ma proprio da questo caso arrivò una legge di Veltroni per rivedere la censura, alla fine un Totò fu crocifisso tra due ladroni. Il film diede scandalo perché deturpava l’immagine dell’isola e la sua popolazione, queste le motivazioni della censura. L’isola, la Sicilia è grande e plurale, è fatta di tanti che rifiutano i principi culturali di Cuffaro, ma anche di tanti che vi si indentificano, che ne accettano baci e modus operandi, che incarnano gli stessi modi di pensare. Poi c’è la massa mediana che Cuffaro lo riceve, e lo vuole o lo cerca in privato, spesso per favori personali, magari col favore delle tenebre, ma che davanti alla luce del sole, nella pubblica piazza, nei comunicati ufficiali, ipocritamente lo abiura. Almeno finché non ha bisogno di lui.

La Sicilia è tutto ciò, il siciliano, e pure l’italiano, che è un siciliano con qualche palma in meno ma qualche danè in più, spesso fariseo, vuole il favore, ma libera Barabba.