AGRIGENTO – Nessuna fusione dei Comuni. San Giovanni Gemini e Cammarata resteranno due Enti indipendenti, poiché il quorum del 50% più uno non è stato raggiunto. I dati finali registrati del referendum sono stati del 25% e così hanno prevalso astensionismo e “No” dei cittadini.
“Sono estremamente rispettoso del risultato – afferma Carmelo Panepinto, sindaco di San Giovanni Gemini – perché il popolo è sovrano. Molti hanno parlato di referendum politicizzato, ma rappresenta l’espressione diretta delle persone. Adesso, perseguendo sempre i principi di efficienza ed economicità, possiamo rafforzare i momenti di collaborazione con il Comune di Cammarata. Eviteremo, per quanto possibile, lo sdoppiamento dei servizi”.
Visto l’esito negativo della consultazione e la vicinanza dei due paesi, le Amministrazioni andranno probabilmente verso l’accorpamento di alcuni servizi, evitando inutili sprechi. “Siamo due paesi unici e con culture diverse – dichiara Vincenzo Giambrone, sindaco di Cammarata – quindi bisogna salvaguardare le unicità territoriali. Cammarata è conosciuta per la produzione del formaggio, mentre San Gemini per il settore commerciale. Accorpando le diverse realtà, si perde l’appartenenza a un nome. Seppur con una ideologia contraria ho fatto di tutto per fare in modo che i cittadini votassero liberamente. In Consiglio comunale abbiamo votato la soluzione referendaria, dopo di che io mi sono totalmente estraniato, senza suggerire a nessuno come votare”.
I sostenitori del “Si” hanno avuto, come cavallo di battaglia i finanziamenti che sarebbero arrivati una volta fatta la fusione, ma come sottolineato da Giambrone “anche con l’unione non avremmo raggiunto il numero di abitanti necessario a ottenere i sussidi. Non possiamo pensare a due centri storici da ristrutturare. Con un comune più grosso ci sarebbero stati maggiori problemi”.
“In questi anni – conclude il sindaco di Cammarata – abbiamo creato un unico cimitero e un unico scuolabus. Dobbiamo puntare ad unificare, ancora di più, i servizi e non i territori”.