Intanto a Stresa, che proclama il lutto cittadino, arriva il ministro per i Trasporti Enrico Giovannini che parla di grande tristezza di tutta l'Italia di fronte alla tragedia che ha visto 14 vittime
Il sistema frenante di sicurezza della funivia del Mottarone “non ha funzionato”. Lo ha detto il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi.
Intanto a Stresa, che proclama il lutto cittadino, arriva il ministro per i Trasporti Enrico Giovannini che parla di “grande tristezza” di tutta l’Italia di fronte alla tragedia che ha visto 14 vittime e un solo sopravvissuto, un bimbo di 5 anni ancora in prognosi riservata.
Oltre alla rottura del cavo, l’inchiesta della Procura di Verbania dovrà stabilire perché non abbia funzionato il freno di emergenza della cabina precipitata dalla funivia dello Stresa-Mottarone.
“Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema – dice il responsabile provinciale del Soccorso alpino, Matteo Gasparini -: la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza. Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato”. La mancata attivazione del freno, spiega, “ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dai cavi di sostegno”. La chiamata di emergenza è stata lanciata, intorno alle 12.15, da una persona che si trovava in zona e che ha assistito alla caduta della cabina della funivia, avvenuta un centinaio di metri a valle della stazione che sorge sulla cima del Mottarone, a 1492 metri di quota. Il tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese nella Centrale Operativa del 118 piemontese, in stretto coordinamento con il personale sanitario, ha inviato sul luogo due elicotteri del Servizio Regionale di Elisoccorso dalle basi di Borgosesia e Alessandria, mentre l’elicottero 118 della base di Torino veniva inviato a Borgosesia e mantenuto in stand by. Le equipe elitrasportate sul posto hanno individuato i due superstiti e hanno proceduto con le manovre di rianimazione cardiopolmonare prima di stabilizzare i due pazienti, entrambi minorenni, e trasferirli in eliambulanza all’ospedale Regina Margherita di Torino, dove uno è poi morto. Nel frattempo sono arrivate sul posto le squadre a terra del Soccorso Alpino che hanno proceduto con il recupero delle salme, con l’estrazione di quelle ancora presenti nella cabina e le hanno consegnate alle autorità di Polizia Giudiziaria per le operazioni di riconoscimento. Sono intervenuti anche carabinieri, Soccorso Alpino della guardia di finanza, vigili del fuoco e Protezione Civile.
“Logica vorrebbe che si è spezzato il cavo e l’impianto frenante non ha funzionato, ma può anche essere il contrario. Lo dovranno stabilire i consulenti”. Così il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi. “Ho già parlato col Politecnico di Torino, anche se non ho ancora dato l’incarico – precisa – serviranno ingegneri meccanici e stiamo valutando se servano anche esperti in metallurgia”.
“Tempo permettendo, se ci sarà la necessità faremo altri sopralluoghi, ma è stato repertato tutto quello che doveva esserlo”, ha aggiunto Olimpia Bossi. “Sarà una attività complessa, ci vorrà del tempo”, dice il magistrato, precisando che gli inquirenti hanno già iniziato a “raccogliere documenti e dichiarazioni”.
Non è ancora chiaro se la funivia del Mottarone sia di proprietà del Comune di Stresa o della Regione Piemonte. “Lo stiamo appurando in queste ore”, spiega il procuratore. In occasione dell’ultima importante riqualificazione della funivia, la Regione ha stanziato un importante contributo, a fronte del quale era previsto il passaggio di proprietà dell’impianto proprio alla Regione, ma non è ancora chiaro se questa procedura sia stata completata. “Dobbiamo chiarire se l’ente proprietario è la Regione o il Come di Stresa”, dice il procuratore Olimpia Bossi. Il procuratore di Verbania precisa che nella vicenda sono coinvolti più soggetti.
“C’è la società che gestisce l’impianto, Ferrovie del Mottarone, ci sono le società che hanno effettuato i lavori di ristrutturazione dell’impianto, nel biennio 2014-2016, e c’è una società incaricata della revisione annuale”.
L’ultima sarebbe stata effettuata nel novembre 2020, sei mesi fa: “Stiamo acquisendo i report finali, che per legge devono essere trasmessi a un ufficio periferico territoriale del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Anche sulla scorta di quello che emergerà – conclude – avremo un quadro completo”.