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Tragedia al largo di Lampedusa, naufragio mortale nella notte. L’allarme: “Una vittima e dispersi”

Tragedia al largo di Lampedusa, naufragio mortale nella notte. L’allarme: “Una vittima e dispersi”
Morto un giovane migrante: aveva tra i 25 e i 30 anni

Ancora una tragedia nel Mediterraneo. Recuperato il cadavere di una donna.

Nuova tragedia di migranti allargo di Lampedusa, dove una giovane donna è morta nella notte durante il naufragio di un’imbarcazione.

Secondo i testimoni ci sarebbero anche dei dispersi, almeno “cinque o sei” in base alle prime indiscrezioni. Il corpo della vittima è stato trasferito alla camera mortuaria di Lampedusa.

Tragedia a Lampedusa, nuovo naufragio mortale nella notte

La migrante deceduta – la cui identità al momento non è stata resa nota – avrebbe viaggiato attraverso il Mediterraneo a bordo di un’imbarcazione con una novantina di persone a bordo. A salvarli sono stati i componenti dell’equipaggio di un peschereccio tunisino. In totale, dopo il naufragio sono state salvate 87 persone; i soccorritori hanno anche recuperato il cadavere della donna e raccolto le testimonianze di chi teme ci siano anche dei dispersi in mare.

Il soccorso a Pozzallo

Negli scorsi giorni una tragedia sfiorata, con protagonista un altro barchino carico di migranti, al largo di Pozzallo, nel Ragusano. Una motovedetta della Guardia Costiera ha individuato e soccorso un’imbarcazione con 44 migranti provenienti dalla Libia che vagavano nel Mediterraneo centrale da 4-5 giorni circa e si trovavano in grave stato di disidratazione.

MSF pronta a riprendere l’attività

Poche ore dopo l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo, Medici Senza Frontiere (Msf) – una delle associazioni più attive nel soccorso di migranti in mare – ha annunciato la volontà di riprendere l’attività dopo due mesi di “sospensione forzata delle sue attività da parte delle autorità libiche, a seguito di un’ondata di repressione che ha colpito dieci organizzazioni umanitarie presenti nell’ovest della Libia”.

Msf è pronta a riprendere le attività, tra cui rientrano progetti per la cura della tubercolosi (Tb), assistenza alla salute mentale e materna, garantiti a qualsiasi paziente in cerca di cure e in collaborazione con le autorità libiche competenti – afferma Steven Purbrick, capomissione di Msf in Libia – A condizione che sia garantita la sicurezza del nostro personale e dei nostri pazienti, Msf chiede la revoca della sospensione”.

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