Cronaca

Tragedia di Palazzolo Acreide, l’educatrice: “L’avevo quasi raggiunto, ma non è servito a nulla”

“L’avevo quasi raggiunto, ma non è servito a nulla”. Così Carmela Caligiore, l’educatrice che aveva tentato di salvare Vincenzo Lantieri dalla tragedia di Palazzolo Acreide. Il bambino di dieci anni, infatti, è caduto in un pozzo e ha perso la vita. La donna, iscritta nel registro degli indagati, ha manifestato così il suo dolore al sindaco del paese.

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Secondo quanto riportato da La Repubblica, adesso la donna è a casa, in buone condizioni, accudita dal marito, che conferma: “Sta meglio, ma non vuole parlare”.

La dinamica della tragedia di Palazzolo Acreide

La procura di Siracusa ha aggiunto nelle ultime ore al registro degli indagati Carmela Caligiore e un altro operatore. Salgono così a nove gli indagati per la tragedia di Palazzolo Acreide compresi l’educatrice e Giuseppe Giardina, il proprietario della fattoria, per omicidio colposo.

La procura aveva fatto sapere: “Non abbiamo completato gli accertamenti e il numero non è completo. Il criterio è quello di indagare tutte le persone che avevano un ruolo nella vigilanza dei ragazzi normodotati”. Sotto la lente d’ingrandimento anche tutte le attività dell’Anffas, la cooperativa che si occupa di bambini disabili e organizzatrice del campo estivo in cui c’era Vincenzo e che raccoglie più di 100mila euro all’anno di fondi pubblici per progetti che riguardano i disabili adulti e gli anziani non autosufficienti.

L’autopsia e il dolore della famiglia

È in programma per la mattina del primo luglio l’autopsia di Vincenzo, un esame che servirà a capire se era ancora cosciente quando è annegato. Il piccolo di dieci anni sarebbe caduto dopo aver fatto vari salti sulla copertura prima di precipitare in fondo alla cavità, profonda 15 metri e per metà coperta d’acqua, dove poi è stato recuperato dai vigili del fuoco.

Venerdì, durante la veglia nella basilica di San Paolo, la sorella Marilena ha tenuto un discorso straziante: “Amore mio cuore mio, pagherei il prezzo più caro del mondo per portarti qui, da mamma e papà. Loro non hanno più lacrime, non hanno più un cuore, ci stiamo consumando piano piano e io sono impotente. Vorrei strapparti alla morte come lei ti ha strappato alla vita, Vincenzo mio, fratello mio ti ho amato dal primo istante che abbiamo saputo che eri dentro mamma e ti ho amato smisuratamente durante la tua crescita”.