Transizione energetica, rifiuti “petrolio del domani” - QdS

Transizione energetica, rifiuti “petrolio del domani”

Transizione energetica, rifiuti “petrolio del domani”

sabato 09 Ottobre 2021

Ieri a Gela la seconda riunione di Act Tank Sicilia, piattaforma fondata da “The European House-Ambrosetti”. L’assessore regionale Baglieri: “Serve un piano che bilanci pubblico e privato, non si può continuare con le discariche”

GELA (CL) – Energia, ambiente ed economia circolare. Questi sono i temi su sui si è dibattuto ieri a Gela nella seconda riunione dell’Act Tank Sicilia, la piattaforma permanente fondata da The European House – Ambrosetti, in collaborazione con Eni, UniCredit, Fondazione Sicilia e Gruppo Arena. Presenti tra gli altri, oltre ai vertici imprenditoriali, Daniela Baglieri, assessore regionale all’Energia, Francesco Franchi, presidente della Bioraffineria di Gela, e Cetti Lauteta, responsabile Area Scenario Sud di The European House-Ambrosetti.

I lavori si sono aperti con l’intervento di Francesco Franchi, il quale si è soffermato sul tema dei rifiuti, “petrolio del domani” che sarà la primaria fonte per produrre energia sostenibile. “È necessario – ha detto Franchi – puntare sulle energie rinnovabili, guardando alle nuove tecnologie, come idrogeno e fusione fredda ma non possiamo aspettare, dato l’enorme fabbisogno energetico: dobbiamo agire subito, aiutando anche altri Paesi a sviluppare energie più sostenibili. Però purtroppo l’energia elettrica prodotta con energia rinnovabile è solo il 3%. È evidente che abbiamo bisogno di pensare e realizzare questa transizione energetica, continuando a puntare sulle energie rinnovabili perché saranno una risposta importante alla decarbonizzazione”.

Sicilia luci ed ombre, tra criticità e opportunità. “L’Isola ha molti cantieri di lavoro in ambito di economia circolare – ha spiegato Cetti Laucetta – sulle quali intervenire ma anche alcune opportunità che rischia di perdere. Energia e ambiente sono gli ambiti sui cui intervenire per raggiungere i target di decarbonizzazione”.

“Le sfide per la Sicilia sono tante – ha aggiunto Laucetta –: gestione del ciclo idrico e ambientale, consumo del suolo e gestione dei siti industriali, siccità ed eventi climatici estremi. Attorno a questi ambiti sono concentrati i maggiori problemi. In Sicilia metà dell’acqua viene dispersa, siamo sopra la media nazionale, circa il 42%, ed è l’ultima regione per intensità di depurazione. Anche sulle infrastrutture depurative c’è un bel lavoro da fare, cosi come sui servizi di fognatura, specialmente nel catanese”.

La Sicilia è la regione più indietro rispetto al raggiungimento del target del 10% del Circular economy package e sul recupero energetico dei rifiuti è nelle posizioni di retroguardia. Problematiche, che oltre a creare disservizi, hanno anche un prezzo alto: “Tutti questi gap hanno dei costi, il costo della Tari, non solo in Sicilia ma in tutto il Mezzogiorno, per famiglie ed imprese sono alti, e questo ha un impatto negativo sull’attrattiva dell’isola. Il territorio – ha concluso – possiede asset e competenze che potrebbero consentire di cogliere la sfida della transizione sostenibile, sfruttando il vantaggio dell’Italia sulle tecnologie industriali legate all’idrogeno blu e verde”.

Al quadro presentato da Laucetta ha risposto l’assessore Baglieri, che ha sottolineato come senza un’opportuna governance, sarà difficile per la Sicilia mettere in atto qualsiasi progetto. “I dati sono impietosi – ha detto Baglieri -. Non c’è una governance del settore che sia idonea a cogliere tutte queste opportunità. Le conflittualità locali prevaricano l’interesse regionale e nazionale. È in discussione la riforma della gestione idrica, prevediamo un unico ente a livello regionale per cercare di razionalizzare ed essere pronti per poter raccogliere quel 30% che il Mite ci impone per le depurazioni”. E sulla problematica dei rifiuti la Baglieri fa un appello: “Abbiamo davanti dei sistemi che non dialogano. Serve un piano che bilanci pubblico e privato, perché non si può continuare a fare discariche”.

Nel dibattito è intervenuto anche Francesco Misuraca, responsabile Attività ambientali Eni Rewind, il quale ha sottolineato la partecipazione di Eni Rewind al processo di transizione energetica e che “in un mondo che discute di economia circolare diventa strategico recuperare e riutilizzare i rifiuti”. A questo proposito ha menzionato la tecnologia Waste to Fuel, sviluppata nei laboratori Eni, che valorizza le potenzialità energetiche dei rifiuti organici, dando un contributo concreto alla transizione.

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