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Trapani, reati fiscali e autoriciclaggio: scatta il maxi sequestro a due coniugi

Trapani, reati fiscali e autoriciclaggio: scatta il maxi sequestro a due coniugi
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Secondo quanto emerso, le indagini – che hanno origine dalla verifica fiscale nei confronti della società attiva nel settore alberghiero – hanno permesso di ricostruire la dinamica di un collaudato schema fraudolento

Per le accuse di reati fiscali e autoriciclaggio, la Procura della Repubblica di Marsala – AREA Criminalità-Economica, ha delegato il comando Provinciale di Trapani ad eseguire un provvedimento di sequestro preventivo di denaro e di immobili per un ammontare complessivamente superiore alla cifra di 830.000 euro. Ad essere indagati in concorso, sono due coniugi, entrambi di Trapani.

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Secondo quanto emerso, le indagini – che hanno origine dalla verifica fiscale nei confronti della società attiva nel settore alberghiero – hanno permesso di ricostruire la dinamica di un collaudato schema fraudolento ben organizzato e finalizzato a quello che era l’obiettivo dei coniugi di Trapani: realizzare degli enormi profitti a scapito delle casse erariali. Da qui, le approfondite ispezioni fino e il sequestro da 830.000 euro.

Mafia, estorsioni e autoriciclaggio. Due condanne a Caltanissetta

Il Tribunale di Caltanissetta (lo scorso aprile) ha condannato Giuseppe Dell’Asta e Giovambattista Vincitore rispettivamente a 12 e 8 anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso e autoriciclaggio aggravato in concorso. Secondo l’accusa, i due avrebbero richiesto somme di denaro per garantire il mantenimento dei detenuti affiliati.

Dell’Asta, già condannato per reati analoghi oltre otto anni fa e considerato in passato il presunto boss della famiglia mafiosa nissena di Cosa Nostra, sarebbe stato il promotore delle estorsioni, rivolte a un imprenditore locale che in seguito ha trovato il coraggio di denunciare. Vincitore avrebbe avuto invece il ruolo di “cassiere”, ricevendo i pagamenti attraverso la propria impresa, mascherandoli da bonifici per lavori mai eseguiti.

Rito abbreviato e risarcimenti

I due imputati, difesi dagli avvocati Dino Milazzo, Boris Pastorello e Davide Anzalone, hanno scelto il rito abbreviato. La sentenza ha riconosciuto le richieste dell’accusa, sostenuta anche dalle parti civili: l’imprenditore estorto, il fratello, il Comune di Caltanissetta e l’associazione Rete per la Legalità Sicilia APS, rappresentati dagli avvocati Renata Accardi, Luigi Cuba, Daniela Sollima e Roberta Giordano.

Secondo la ricostruzione, i due avrebbero estorto circa 75.000 euro in 15 mesi all’imprenditore edile, con un sistema rodato di richieste e trasferimenti di denaro sotto forma di finte prestazioni professionali.