Trapani, inchiesta su missione umanitaria: non luogo a procedere

Trapani, inchiesta su missione umanitaria di soccorso in mare: non luogo a procedere

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Trapani, inchiesta su missione umanitaria di soccorso in mare: non luogo a procedere

Redazione  |
venerdì 19 Aprile 2024

Il Giudice per l’Udienza preliminare del Tribunale di Trapani ha disposto il non luogo a procedere per il caso su una missione umanitaria.

Il Giudice per l’Udienza preliminare del Tribunale di Trapani ha disposto il non luogo a procedere nei confronti di tutti gli imputati del processo Iuventa che vedeva l’equipaggio della nave ong Jugend Rettet accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta di una questione relativa alla missione umanitaria di ricerca e soccorso in mare nel Mediterraneo lanciata nel 2016 e 2017. Nello specifico a essere giudicati i componenti dell’equipaggio delle ong Jugend Rettet, Save The Children e Medici Senza Frontiere. 

Il team leader era Orrick Save The Children. Era formato dalla partner Jean Paule Castagno e dallo special counsel Andrea Alfonso Stigliano, supportati dal trainee Nikola Mirkovic, che hanno svolto una proattiva e minuziosa attività difensiva.

Riconosciuta verità sull’impegno umanitario

Le dichiarazioni dopo la sentenza di Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children. “Questa decisione, che arriva a conclusione di una vicenda giudiziaria durata quasi sette anni, riconosce la verità sul nostro operato e sull’impegno umanitario per salvare vite in mare – afferma -. Save the Children è sempre stata fiduciosa nella conclusione positiva di questa vicenda, nella piena coscienza che i membri dell’Organizzazione hanno sempre operato nella legalità, al fine di salvare vite in mare, rispondendo al proprio mandato umanitario e con il primario obiettivo di proteggere i soggetti vulnerabili, quali ad esempio minori non accompagnati e donne potenzialmente vittime di tratta e sfruttamento – prosegue Fatarella -. Negli anni in cui la missione di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale è stata attiva, il 2016 e 2017, Save the Children ha salvato quasi 10.000 persone che erano esposte al rischio di annegamento in mare. Tra di loro c’erano circa 1.500 bambini, molti dei quali erano separati dalle loro famiglie, che abbiamo tenuto al sicuro e protetto fino a quando hanno raggiunto un porto sicuro. Di tutto questo siamo estremamente orgogliosi. Siamo molto soddisfatti dell’esito dell’udienza preliminare e ringraziamo tutti i nostri sostenitori che, anche durante questi anni – conclude la direttrice -, hanno continuato a credere nei valori della nostra Organizzazione”.

Save The Children, pensiero alle persone che perdono vita in mare

“Oggi più che mai, il pensiero di Save the Children va a tutte le persone che hanno continuato, senza sosta, a perdere la vita attraversando il Mediterraneo centrale: negli ultimi 10 anni, si tratta di una media di più di 6 persone al giorno, morte o disperse, inseguendo la speranza di un futuro migliore – si legge sul sito dell’organizzazione -. È necessario riportare le persone e la salvezza degli esseri umani al centro delle politiche nazionali ed europee in materia di migrazione. È quindi sempre più urgente un’assunzione di responsabilità condivisa degli Stati membri e delle istituzioni europee, con la creazione di un sistema strutturato e coordinato di ricerca e soccorso nel Mediterraneo, l’apertura di canali regolari e sicuri per l’accesso in Europa e la creazione di nuovi meccanismi di ricongiungimenti familiari, corridoi umanitari e di evacuazione per le persone in fuga”.

Anche l’avvocato Jean-Paule Castagno parla dopo la decisione del Giudice. “Nel corso dell’udienza, è stato possibile illustrare e portare all’attenzione del Giudice tutti gli elementi di prova che hanno smentito categoricamente ogni accusa, come acclarato dalla richiesta di non luogo a procedere formulata dai pubblici ministeri. Sono inoltre emerse l’encomiabile professionalità e dedizione con le quali tutto il personale dell’Organizzazione, ed in particolare il team leader responsabile per la missione, ha operato per l’intera durata della stessa”.

MSF: “Accuse infondate”

“Accuse infondate! Si chiude così, dopo 7 anni di illazioni, l’indagine contro MSF e altre ONG accusate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il giudice di Trapani ha chiuso definitivamente il caso spazzando via qualunque sospetto di collaborazione con i trafficanti” scrive su X Medici Senza Frontiere.

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