Leggere i dati tra l’incalzante propaganda per il voto imminente e la realtà secca dei numeri e soprattutto degli atti, è come evitare le sabbie mobili. Trapani, negli ultimi mesi, ha assunto l’aspetto di una giungla. C’è chi ha prova a piegare contingenze ed emergenze alla sua causa politica, c’è chi ha comunque cercato di capirci qualcosa, di fare il punto su un’amministrazione senza bilancio consuntivo 2021 e senza strumento finanziario di previsione 2022-24.
Ci sono pochi punti fermi e tante polemiche in divenire che le elezioni non saranno nelle condizioni di fermare. La giunta, appena qualche giorno fa, ha annunciato di avere approvato il conto consuntivo 2021, che ha un avanzo di amministrazione libero di oltre 669 mila euro ed un credito di poco più di un milione di euro da rivendicare nei confronti del nuovo Comune di Misiliscemi. Ed è questa una delle questioni aperte che il Comune capoluogo ha indicato come freno per il via libera ai suoi documenti contabili. La Regione è stata chiamata a metterci mano e lo scorso 27 aprile un decreto dell’Assessore alle Autonomie Locali Andrea Messina ha permesso di fare un primo passo avanti con la nomina di un commissario provveditore nei due Comuni. Giovanni Cocco è già al lavoro ed avrà sei mesi di tempo per mettere a sistema i rapporti finanziari ed organizzativi che sono frutto e sintesi della scissione che ha portato alla nascita di Misiliscemi.
Una matassa assai complicata che si estende anche alle società partecipate che offrono i loro servizi alla comunità misilese ed a quella trapanese. Numeri difficili da definire, percentuali che spesso rischiano di appesantire scelte che invece devono essere fatte ed anche in fretta. Nel decreto di nomina di Cocco, che fa riferimento ad una nota del dipartimento Autonomie Locali regionale si sottolinea che “l’aggravamento delle delle criticità riscontrate è dovuto anche alla recente costituzione del Comune di Misiliscemi ed alla necessità di estrapolare dal bilancio del Comune di Trapani le partite contabili e finanziarie della nuova amministrazione comunale, finalizzate, tra l’altro, a garantirne l’istituzione ed il regolare funzionamento dei servizi”. Come dire, senza la necessaria chiarezza sui rapporti finanziari tra i due Comuni, quello di Misiliscemi rischia di essere in discussione fin d’ora. E con i numeri non si scherza, perché dietro ci sono le persone e ci sono i soldi.
Ma lo stesso decreto introduce ulteriori elementi d’incertezza che sono stati al centro della campagna elettorale che sta per concludersi. Perché Misiliscemi sarà anche un macigno sul futuro dei conti del Comune di Trapani ma l’amministrazione c’avrebbe messo del suo per allungare i tempi di approvazione dei bilanci. Il decreto, infatti, punta a risolvere anche un altro problema che nasce da una relazione, quella del commissario ad acta Angelo Sajeva che si è presentato a Trapani alla fine dell’anno scorso per mettere la parola fine sul consuntivo 2021 e sul previsionale 2022-24. Il funzionario regionale, dopo aver preso atto della situazione a Palazzo d’Alì, ha alzato le braccia in segno di resa e con una nota – inviata il 30 gennaio – ha chiesto l’intervento del dipartimento. Nel provvedimento dell’Assessore Messina fa un preciso riferimento alla nota di Sajeva. “Vengono rappresentate – si legge nel decreto – le criticità in atto esistenti presso l’ente, tali da non consentire la definizione dei procedimenti relativi alle prerogative commissariali”. Dipartimento pensaci tu, è la sintesi della nota di Sajeva.
La Regione con il commissario provveditore ha trovato la soluzione per intervenire sui due fronti. Decreto, quello di Messina, che ha avuto come pezza d’appoggio la relazione del dipartimento, che ha evidenziato che “le criticità del Comune di Trapani riguardano essenzialmente l’organizzazione degli uffici ed il loro coordinamento che, in base alla normativa vigente, sono ascrivibili alla competenza del sindaco”. Notazione che ha scatenato la lotta nella “giungla Trapani”, con accuse e controaccuse.
Scontri che hanno accompagnato anche l’annuncio dell’approvazione di giunta del conto consuntivo 2021. L’atto deliberativo dovrà ora essere valutato e verificato dal collegio dei revisori dei conti che, in più di un’occasione, ha fatto emergere i suoi rilievi critici nei confronti dei documenti contabili del Comune. Per la risposta politica – esame delle commissioni, dibattito e voto del consiglio comunale -, con ogni probabilità, sarà necessario attendere l’esito delle elezioni del 28 e 29 maggio. Non ci sono i tempi tecnici per fare qualcosa ed ancora meno quelli che rimandano al confronto tra le forze consiliari. Tornando ai numeri, quelli presenti nella nota integrativa al rendiconto, fanno emergere lo scampato pericolo per il Comune di essere considerato strutturalmente deficitario. L’amministrazione trapanese mantiene dunque intatta la sua capacità d’indebitamento con l’eventuale e possibile accensione di nuovi mutui. Ha sforato soltanto due degli otto parametri che sono previsti dalle norme contabili ed ha dunque superato l’esame.