Trapani, protesta infermieri: “Turni massacranti” - QdS

Trapani, protesta infermieri: “Turni massacranti”

Trapani, protesta infermieri: “Turni massacranti”

sabato 15 Agosto 2020

L’allarme del sindacato Nursind: “Situazione più drammatica ad Alcamo e Castelvetrano. Proclamato lo stato di agitazione, lamentati anche ritardi nella fornitura dei Dpi

TRAPANI – È stato proclamato lo stato di agitazione degli infermieri dell’Asp di Trapani. Il Nursind (Sindacato delle Professioni Infermieristiche) lamenta la carenza di personale infermieristico e di operatori soci sanitari, non solo ma anche turni massacranti in alcuni reparti della provincia.

È stato, quindi, richiesto al prefetto l’incontro per le procedure di raffreddamento, propedeutiche a scongiurare lo sciopero. La denuncia vale per tutti i presidi ospedalieri, ma, in particolare, per Alcamo e Castelvetrano, dove la situazione si fa sempre più drammatica. Il segretario del Nursind, Salvo Calamia, ha chiesto anche chiarimenti sulle spese sostenute dall’Asp di Trapani in occasione dell’emergenza pandemica e sul “fondo per i compensi per lavoro straordinario e per la remunerazione di particolari condizioni di disagio, pericolo o danno”, così come scritto nella nota.
In particolare, il sindacato chiede chiarimenti sulle particolari condizioni di lavoro e l’elenco del personale che non ha percepito, nonostante la capienza del fondo, per dicembre 2019, il trattamento accessorio, cioè un trattamento economico che tiene conto di vari parametri (anzianità, specifiche mansioni o tipologie lavorative).

“La nostra paura – commenta Salvo Calamia – è che la ricaduta sull’andamento del trend assistenziale possa essere inficiata da tanto caparbio rifiuto di dialogo e confronto e della dovuta trasparenza. I lavoratori vedono venir meno i loro diritti e, in assenza della possibilità di un qualsivoglia contraddittorio extragiudiziale, rischiano di somatizzarne gli effetti deleteri in uno stress lavorativo. Ciò potrebbe essere controproducente per tutti gli elementi coinvolti nell’assistenza medesima. Chiediamo di realizzare – conclude -, come da protocollo, il tentativo obbligatorio di conciliazione al fine di risolvere lo stato di agitazione”. Il Nursind minaccia, quindi, lo sciopero anche per via dell’esponenziale aumento in alcuni reparti dei carichi di lavoro in capo al personale che subisce turni eccessivi e che durano, in alcuni casi, persino 12 ore consecutive, soprattutto al San Antonio Abate.

Infine il Nursind solleva un’ulteriore problematica, cioè quella dei ritardi nell’erogazione dei dispositivi protezione individuali e la mancata convocazione della Rsu per la definizione dei percorsi al fine di assegnare il premio Covid. Una serie di problematiche che fanno intravedere una crisi profonda, nel settore ospedaliero, che esiste già da anni, ma che si è intensificata con la crisi emergenziale. Uscire da questa fase di stallo è un obbligo, soprattutto perché senza la tutela della salute non vi è possibilità di progredire.

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