Cgil e Uil raccolgono le firme contro il progetto di legge a firma del ministro Calderoli. L’Ugl, invece, apre al confronto e si schiera con il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani
TRAPANI – Cgil e Uil non sono contro, ma preoccupate. Raccolgono le firme nelle città e puntano ad aprire un canale di dialogo diretto con i cittadini per informarli su quelli che indicano come limiti e rischi dell’autonomia differenziata.
Le due organizzazioni sindacali si sono mobilitate nel territorio trapanese ed i loro bacchetti informativi hanno fatto la loro parte. Per i segretari provinciali Liria Canzoneri (Cgil) e Tommaso Macaddino (Uil) c’è un problema serio: “La sanità pubblica, e con essa il diritto alla salute dei siciliani, rischiano di pagare il prezzo più alto se l’autonomia differenziata sarà legge. Riteniamo che verranno intaccati anche i diritti fondamentali all’istruzione ed alla mobilità, rispetto ai quali crescerà il gap con le regioni più forti del Paese, che continueranno ad attrarre, dal Sud, risorse economiche ed intelligenze, depauperando i nostri territori”.
Per i due dirigenti sindacali “il progetto del governo darebbe il colpo di grazia ad un sistema sanitario già debole, che necessita d’investimenti pubblici per strutture e personale. Tutte le problematiche emerse durante la pandemia, come l’allungamento delle liste d’attesa e la carenza di personale, sono destinate ad aggravarsi con l’autonomia differenziata, indebolendo il sistema sanitario nazionale nel suo complesso e rendendo impossibili interventi di riequilibrio”.
Ma c’è anche un altro sindacato che ha idee diverse sull’autonomia differenziata e sul progetto di legge del Ministro Roberto Calderoli.
Per il segretario regionale dell’Ugl, Giuseppe Messina, è necessario “prima di procedere al trasferimento della piena potestà di alcune materie direttamente dallo Stato alle Regioni, attribuendo ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, che vengano riconosciute alla nostra regione tutte le prerogative sancite dalla Carta Costituzionale, attraverso lo Statuto siciliano che ne è parte integrante”.
Messina taglia corto: “La nostra posizione è prima di tutto quella di tutelare gli interessi della Sicilia e di comprendere a fondo cosa porta alla Sicilia l’autonomia differenziata. A tal riguardo sosteniamo la battaglia istituzionale del governo Schifani in tale direzione”.
Il segretario ci tiene a sottolineare che “l’Assemblea regionale ha sostanzialmente impegnato il governo siciliano a fare in modo che il processo di regionalismo differenziato, avviato da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, avvenga nel rispetto dei criteri di perequazione fra le regioni ed all’interno degli indirizzi costituzionali”.