TRAPANI – Chi fa da sé, fa per tre. Per necessità o per convinzione è sempre di più il motto del sindaco di Trapani Giacomo Tranchida alle prese con quelli che chiama i “gioielli di famiglia”.
Sono i simboli della città che ha messo in primo piano nella candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2022. È andata male. Ha vinto Procida. Ma quel che conta – e che intende affermare il primo cittadino – è che non ha perso Trapani. Perché la progettualità costruita in questi mesi può comunque essere concretizzata. Servono però alcuni passaggi burocratici ed amministrativi. In qualche caso anche passaggi politici. Tranchida scrive e riscrive. Finora le risposte non sono arrivate ma il primo cittadino non demorde. Ed è così tornato a scrivere. L’ultima nota è indirizzata alla direzione regionale dell’Agenzia del Demanio. La richiesta: concessione gratuita del Bastione dell’Impossibile, le mura storiche ad un passo dal porto. Scoperte con la Coppa America di vela. E nascoste anche da costruzioni abusive oltre che da degrado ed incuria. Il Bastione può essere luogo di ritrovo, centro d’iniziative.
La giunta Tranchida ha pensato ad un Atelier d’arte e della cultura. Ad un centro ricreativo da gestire assieme alle sue partecipate.
Il Comune è infatti pronto a schierare i suoi bracci operativi, Luglio Musicale, Biblioteca Fardelliana e “Trapani Servizi” per gestire il Bastione. Lo schema è pressappoco lo stesso anche per un altro “gioiello di famiglia”.
Si tratta della Colombaia. L’ex carcere che l’amministrazione comunale vorrebbe mettere a disposizione di forum, congressi, manifestazioni culturali. Anche la richiesta è pressappoco la stessa: concessione del bene.
La nota, anzi, le note, sono sul tavolo dell’assessore regionale all’Identità Siciliana Alberto Samonà. Era stato fissato un incontro che è stato rinviato. Tranchida ha comunque lasciato un messaggio: “Ci stanno in giro imprenditori ‘sirena’ che pensano, vantando amicizie assai potenti anche in sedi politico-istituzionali, d’intraprendere scorciatoie per raggiungere i propri interessi calpestando la storia e la dignità dei trapanesi. Ebbene, sappiano costoro che nessun potere forte piegherà l’attuale amministrazione trapanese, che non rinuncerà, anche rivolgendosi nelle opportune sedi, a tutelare valorizzandoli culturalmente – non disdicendo, diversamente, intese pubbliche con investitori privati – i propri monumenti simbolo, tanto del Complesso – Torre della Colombaia, quanto al Villino Nasi, che al pari, incredibilmente, il Libero Consorzio continua a lasciar marcire”.
Il fronte tranchidiano si allarga al terzo “gioiello di famiglia”. Ma qui c’è già una risposta. Quella del commissario Raimondo Cerami che, facendo il bilancio dei suoi quattro anni di gestione dell’ex Provincia regionale, ha segnato il futuro del Villino. Il suo rilancio – con annessa cappella e giardino – passerà da un “calendario di eventi che consentiranno la riapertura di un sito di grande attrazione turisticcol”. E non solo. Anche con la collaborazione del Museo Pepoli “per una mostra – scrive Cerami – che sarà allestita proprio su Nunzio Nasi, celebre personaggio storico di Trapani”.
Tranchida tuttavia non molla la presa: “Quelle in campo non sono solo visioni programmatiche e culturali, ma unità d’intenti progettuale e sistemica, volta a valorizzare il territorio nella sua interezza”.