Trasferisce 241mila euro con "spoofing": truffato 80enne

Trasferisce 241mila euro con spoofing via sms su c/c di 18 hacker: truffato 80enne

Trasferisce 241mila euro con spoofing via sms su c/c di 18 hacker: truffato 80enne

Redazione  |
sabato 10 Febbraio 2024

Sotto accusa 18 soggetti residenti tra la Campania e la Toscana

Il tanto temuto spoofing, ovvero l’attacco informatico che impiega la falsificazione dell’identità, spesso cause di truffe soprattutto ai più anziani, colpisce ancora. Le vittima è stata questa volta un 80enne, al quale è stato fatto credere che la fonte di determinate informazioni fosse attendibile. L’uomo, tramite un sms, è stato indotto a trasferire una somma complessiva di 241mila su conti correnti aperti e gestiti da 18 truffatori italiani. Gente residente a Napoli, Battipaglia e Livorno, 11 dei quali con precedenti penali, che al momento sono indagati.

Diabolici

Gli hacker, che grazie allo spoofing inviano mail che appaiono come provenienti da qualcuno di fidato, come ad esempio la propria banca, spingone le ignare vittime a fornire dati sensibili. A riportare la notizia è il Corriere. L’anziano, una volta ricevuto l’sms apparentemente riconducibile al servizio clienti del proprio istituto di credito, è stato falsamente avvisato di un attacco informatico in corso sul suo dispositivo mobile e sui conti correnti ad esso collegati. Cliccando su un link riportato nello stesso sms, gli hacker hanno spinto l’anziano ad avviare una finta procedura di blocco. Ciò per la messa in sicurezza del capitale nel suo conto corrente. Infine, l’affondo, con l’uomo indotto, tramite telefonata di un sedicente operatore del servizio antifrode della propria banca, di spostare tutti i risparmi verso conti “sicuri”. Questo al fine di interrompere i “prelievi non autorizzati”.

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Indagini in corso

Gli accertamenti svolti dal Cosc Lombardia hanno consentito agli investigatori di risalire a 18 soggetti – 11 dei quali con precedenti penali, anche specifici – di cui sette residenti nell’agro aversano, otto a Napoli, due a Battipaglia e uno a Livorno. Al momento non è chiaro se si tratta di una vera e propria banda di hacker.

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