Deserti i due bandi per gestire le tratte nei prossimi 5 anni. Per gli armatori le clausole, tra cui l’anzianità delle navi non superiore a vent’anni, non garantivano un ritorno dell’investimento
È incerto chi gestirà in futuro i collegamenti tra la Sicilia e le isole minori. Un servizio essenziale per non lasciare, con un gioco di parole, “isolati gli isolani” rischia di restare in un limbo, lasciando appesi lavoratori e operatori del settore. Sono andati, infatti, deserti i due bandi per la “concessione, senza esclusiva, dei servizi pubblici di trasporto marittimo passeggeri, in regime di servizio pubblico con compensazione finanziaria”. Uno riguarda i traghetti e l’altro le navi veloci (gli aliscafi).
Attualmente il servizio di traghettamento è gestito dalla Caronte&Tourist, mentre il trasporto rapido è affidato alla Liberty Lines. Anche queste società hanno disertato le nuove gare della Regione che, complessivamente, mettono sul piatto circa 60 milioni di euro all’anno per cinque anni così da garantire la continuità territoriale delle piccole isole siciliane (i concessionari, infatti, guadagnano anche dai biglietti venduti, ma questo non basterebbe a coprire tutti gli ingenti costi, per esempio per assicurare le tratte anche nei mesi di bassa stagione).
Perché nessuno ha partecipato ai bandi? Secondo Caronte, che lo scorso 27 settembre ha presentato un ricorso al Tar (l’udienza di merito è fissata per il prossimo 14 gennaio), il bando è “escludente” laddove stabilisce che le aziende possano partecipare con un naviglio di età non superiore ai vent’anni (che scendono a quindici per le navi veloci), “risultante dalla data di costruzione della nave oppure dalla data di certificazione di ringiovanimento tecnico”. Ma “nessuno ha imbarcazioni di età inferiore o se ce l’ha sono già impegnate in altre tratte come la nostra ‘Elio’ che opera sullo Stretto di Messina”, spiega al Quotidiano di Sicilia Tiziano Minuti, responsabile del personale e della comunicazione di Caronte&Tourist.
Da ambienti vicini all’Assessorato regionale ai Trasporti, retto da Marco Falcone, si sostiene che i bandi – elaborati con la consulenza di una società di consulenza internazionale, la T-Bridge – sono stati costruiti per essere il meno restrittivo possibile, l’opposto di quello che affermano gli armatori.
“C’è un difetto di approfondimento nell’istruttoria – afferma Minuti – che ha preceduto l’effettuazione dei bandi, confermato dalla mancata partecipazione sia di imprenditori italiani che stranieri. Non sono state valutate le reali esigenze dei territori e dei potenziali interessati. Sono bandi con limiti strutturali”. Detto in altre parole, il nuovo appalto non avrebbe garantito un sufficiente ritorno economico a fronte degli investimenti previsti: “Costruire navi di quel tipo costa 60-70 milioni di euro” e per ringiovanirle tecnicamente “si spendono cifre uguali”, con la differenza che “per costruire una nave nuova serve almeno un anno e mezzo, mentre i lavori di revamping e rifioritura di una nave esistente durano un paio di mesi”.
Secondo il gruppo delle famiglie Franza e Matacena, inoltre, ulteriori problemi dei bandi sono le pesanti penali previste e i limiti alle possibilità di guadagno degli armatori. “Le penali sono state inasprite – prosegue Minuti -. Se per esempio hai una nave in avaria e non riesci a sostituirla entro le 96 ore successive, è prevista una sanzione tale da vanificare un anno di reddito e di ritorno economico dell’investimento. Inoltre ci sono dei costi operativi dichiarati indeducibili nel nuovo bando e un tetto massimo ai guadagni dell’impresa”.
Adesso la Regione si trova di fronte a una scelta praticamente obbligata: da una parte concedere la proroga, dall’altra preparare una nuova gara, ma “con nuove modalità”. L’assessore Falcone, contattato dal QdS, ha dichiarato di essere impegnato per trovare rapidamente “una soluzione effettuando il bando in tempi ragionevoli”.
Uno dei nodi da sciogliere sarà proprio quello dell’anzianità delle navi. “Noi siamo d’accordo che servano navi nuove – precisa ancora Tiziano Minuti – e le stiamo già facendo costruire. Abbiamo ereditato una flotta desueta, quando ottenemmo l’assegnazione della Siremar. Per questo l’età media delle nostre imbarcazioni è di 40 anni. Abbiamo speso decine di milioni di euro, forse centinaia, per le operazioni di revamping, cioè una serie di interventi non solo di abbellimento estetico ma anche di ripristino tecnologico delle navi”.
Col fine di svecchiare i traghetti, lo scorso 17 maggio lo stesso presidente della Regione, Nello Musumeci, aveva dichiarato l’imminente pubblicazione di un bando da 120 milioni di euro per la costruzione di due grandi navi traghetto per le tratte fra la Sicilia e le isole minori. “Siamo la prima Regione d’Italia – aveva detto il governatore – a mettere in campo i fondi che il ministero dei Trasporti ha destinato ai collegamenti via mare”. Ma anche questo bando è andato deserto perché – spiegano da fonti dell’Assessorato – “abbiamo dovuto fare un’importante opera di revisione dei prezzi a causa dell’aumento spaventoso dei costi delle materie prime”.
Ora la Regione sta limando gli ultimi dettagli per procedere con la pubblicazione di un nuovo bando da 90 milioni, ma per una sola imbarcazione. “La situazione è ancora in fieri – aggiunge a tal proposito il responsabile Comunicazione di Caronte&Tourist – per questo noi abbiamo deciso di anticipare i tempi e di operare con fondi nostri per la costruzione di nuove navi. Va chiarito che la Regione costruirà il traghetto con il concorso dei privati, cioè degli attuali concessionari. Ovviamente questa nave sarà legata al servizio, quindi se noi dovessimo perdere l’appalto di quei collegamenti cederemo la nave al subentrante ricevendo un ristoro da parte della Regione. Il percorso è molto trasparente”.
Intanto nella vicenda si fanno sentire anche gli operatori turistici delle Isole che chiedono rassicurazioni alle istituzioni. “Attendevamo da cinque anni – spiega al QdS Christian Del Bono, presidente Federalberghi Isole minori Sicilia – i nuovi bandi per poter migliorare l’assetto attuale e ottimizzare le risorse disponibili, mentre adesso i tempi si allungano e l’assessore – nonostante la richiesta di ben 31 associazione e di tutte le pubbliche amministrazioni locali – non sembra ancora incline ad ascoltare adeguatamente gli stakeholder”.
Sullo sfondo i lavoratori delle compagnie di navigazione, per cui Caronte ha già attivato le procedure di gestione degli esuberi di personale come previsto dalla legge, ma che – comunque andrà a finire questa vicenda -, in base alla clausola sociale prevista dai bandi, verrebbero riassorbiti da un eventuale nuovo concessionario. Al momento, però, l’unica cosa che sembra scontata è la proroga degli attuali armatori.
Antonio Leo
Federalberghi Isole Eolie, Del Bono: “Attendevamo da cinque anni i nuovi bandi per migliorare l’assetto attuale, ora i tempi si allungano”
Interviene il numero uno dell’associazione sulla diatriba tra armatori e Regione che tiene cittadini e imprese con il fiato sospeso
Sulla scorta di un generale malcontento, dovuto al generale clima di incertezza che aleggia sulla questione, abbiamo interpellato Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Eolie. Il numero uno dell’organizzazione, infatti, ha espresso ai microfoni del QdS le sue preoccupazioni per un tira e molla tra armatori e Regione Sicilia che potrebbe svantaggiare gli interessi di cittadini e attività turistiche del territorio e, allo stesso tempo, rimane sordo alle richieste dei soggetti coinvolti su questioni “vecchie” e “nuove”.
Presidente Del Bono, dopo il fallimento della gara della Regione per il trasporto delle Isole minori, Lei ha criticato il mancato ascolto dei territori interessati da parte dell’amministrazione regionale. Quali sono le vostre richieste e proposte?
“La nostra richiesta è molto semplice: dare la possibilità agli stakeholder (Pubbliche amministrazioni locali e partecipanti al tavolo delle consultazioni) di essere ascoltati in modo adeguato così come per altro previsto dalle procedure. Siamo, infatti, convinti di poter evidenziare una serie di inefficienze come anche delle opportunità che in atto non sono soddisfatte dai capitolati di gara. Nelle lettere delle associazioni come anche in quelle dei sindaci sono infatti state evidenziate numerose criticità e, nel dettaglio: carenze nella copertura di alcune tratte in determinate fasce orarie, mancata ottimizzazione delle miglia disponibili, inspiegabili sprechi di miglia su tratte mai richieste (si veda la Cefalù-Eolie) ed anzi palesemente e a più riprese rifiutate dalle comunità locali, omissione di alcuni scali importanti su determinate tratte, rischi connessi al ricovero notturno dei mezzi su scali non idonei, mancata previsione dei tempi necessari per operazioni di bunkeraggio, imbarco/sbarco passeggeri, riduzione dei giorni di effettuazione delle corse su alcune tratte strategiche, mancata previsione di penali adeguate come del sistema di recupero delle corse, assenza di un adeguato sistema di monitoraggio, mancata previsione del mezzo di riserva per i collegamenti veloci, mancata previsione di adeguate agevolazioni per determinate fasce di utenza e, infine, utilizzo del Piano economico finanziario (Pef) come sterile meccanismo di salvaguardia della spesa ma non anche di ottimizzazione della stessa rispetto alle miglia disponibili e alla qualità dei servizi effettivamente resi.
Secondo Lei quali sono i motivi che hanno portato le imprese a disertare il bando? Come potrebbe essere migliorato?
“Evidentemente, anche le compagnie di navigazione non si sentono garantite o si trovano impossibilitate a partecipare o sperano di poter ottenere di più. Una cosa, comunque, alcuni rischi e alcune inefficienze possono essere rimosse a costo zero. Ad esempio sul versante dei mezzi veloci i ricoveri notturni nelle isole di Alicudi e Stromboli, soprattutto nei periodi invernali, sono improponibili. Per quanto riguarda le navi ro-ro invece penso che l’ostacolo principale sia rappresentato all’età massima del naviglio richiesta dal bando. Per entrambi i bandi (mezzi veloci e navi r- ro) in ogni caso, probabilmente un miglior ascolto degli addetti ai lavori potrebbe giovare nella stesura dei nuovi capitolati di gara. Questo non può e non deve significare cucire la gara addosso ad armatori già individuati ma ricercare la massima efficienza sulla base delle risorse disponibili con l’obiettivo principale di migliorare la qualità dei servizi e la mobilità da e verso le isole minori”.
Come giudicate l’attuale servizio di trasporto? Ritenete che vi sia una reale esigenza di svecchiare la flotta delle navi?
“Le maggiori lamentele connesse al trasporto sono legate alla sospensione delle corse nei periodi di media e bassa stagione. In questi casi gli isolani si sentono ostaggio delle compagnie di navigazione e vi è la convinzione da parte di molti che in alcuni casi le sospensioni non siano giustificate dalle reali condizioni meteomarine. A tal fine, con l’obiettivo di tentare di fugare ogni dubbio avevamo chiesto un sistema di monitoraggio e un meccanismo economico che incentivasse l’effettuazione delle corse o che scoraggiasse il più possibile le mancate partenze. Purtroppo nei nuovi bandi non c’è traccia di tutto questo. L’età della flotta delle navi è sicuramente avanzata e andrebbe svecchiata con maggiore celerità rispetto a quanto previsto. Bisogna comunque anche fare i conti con i tempi della cantieristica navale e alla difficoltà di reperire del naviglio adeguato ai nostri porti. Ciò non toglie che sia lo Stato quanto la Regione e gli armatori dovrebbero fare molto di più per svecchiare la flotta e migliorare la qualità del naviglio e dei servizi a bordo. Va anche sottolineato che l’anzianità del naviglio è spesso collegata alla capacità dello stesso di navigare con condizioni meteomarine meno favorevoli”.
Temete che questo clima di incertezza possa arrecare un danno al turismo delle Isole?
“In questo momento i servizi sono stati prorogati e quindi questo pericolo dovrebbe essere scongiurato. Certo è che attendevamo da cinque anni i nuovi bandi per poter migliorare l’assetto attuale e ottimizzare le risorse disponibili, mentre adesso i tempi si allungano e l’Assessorato – nonostante la richiesta di ben 31 associazioni e di tutte le pubbliche amministrazioni locali – non sembra ancora incline ad ascoltare adeguatamente gli stakeholder”.
Elettra Vitale