Trasporti, progetto per le nuove concessioni delle linee bus

Trasporti, progetto per le nuove concessioni delle linee bus dopo 20 anni di proroghe illegittime

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Trasporti, progetto per le nuove concessioni delle linee bus dopo 20 anni di proroghe illegittime

Simone Olivelli  |
martedì 20 Agosto 2024

Nei giorni scorsi il dipartimento regionale ai Trasporti ha approvato il progetto che disciplina le modalità con cui verrà gestito l'appalto.

Dopo quasi vent’anni di affidamenti illegittimi in proroga, la Regione Siciliana sembra avvicinarsi al momento in cui verranno nuovamente messe a gara le tratte del trasporto pubblico extraurbano su gomma. Nei giorni scorsi, il dipartimento regionale ai Trasporti ha approvato il progetto che disciplina le modalità con cui verrà gestito l’appalto, alla luce del recente aggiornamento del livello dei servizi minimi che dovranno essere garantiti in uno dei settori più criticati dall’utenza. Un po’ tutti, infatti, hanno dovuto fare i conti almeno una volta – se si è stati particolarmente fortunati – con autobus in ritardo, corse soppresse e disagi di diversa natura.

L’iniziativa del governo Schifani arriva dopo che, negli ultimi anni, più organi hanno bacchettato l’operato della Regione e negli stessi mesi in cui a tenere banco è il piano di salvataggio di Ast, l’Azienda siciliana trasporti che dovrebbe diventare una società in house.

Quasi 65 milioni di chilometri all’anno

Per aggiornare la fitta rete di tratte che dovranno essere garantite in giro per la Sicilia, la Regione già a fine 2022 aveva affidato un servizio consulenza di tipo giuridico, tecnico ed economico alle società Paragon e T-Bridge. A loro si è aggiunto il contributo di un gruppo di progettazione composto da sei figure, tra le quali due ingegneri. Alla fine i chilometri che il parco mezzi che dovrà essere impiegato per le strade extraurbane della Sicilia dovranno essere percorsi sono stati quantificati in 64.953.469,22 all’anno.

Per quanto riguarda la ripartizione del territorio in vista della gara, che riguarda una concessione della durata di nove anni, si è optato per quattro lotti: il primo interessa il bacino Palermo-Trapani e vale circa 210 milioni di euro, il secondo le province di Catania, Ragusa e Siracusa per un importo di quasi 156 milioni, il terzo comprende soltanto il bacino di Messina e ha un valore 150 milioni e infine c’è quello da oltre 287 milioni che abbraccia le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna.
Nel complesso, tenendo conto delle spese che fanno da contorno a ogni gara d’appalto, si tratta di un progetto da 900 milioni. Per l’affidamento la Regione ha previsto la cosiddetta procedura negoziata competitiva con l’applicazione di un punteggio sia per l’offerta tecnica che per quella economica.

Il sistema delle proroghe

La gara d’appalto si celebrerà in un contesto molto particolare: tra il 2021 e il 2023, la Regione ha assistito a tre pronunciamenti diversi che hanno bocciato sonoramente la decisione di consentire la proroga delle concessioni risalenti a metà anni Duemila.

Nel 2021, è stata la Corte costituzionale a dichiarare incostituzionale una norma regionale del 2019 che stabiliva l’ennesimo prolungamento dei contratti in essere con i privati, mentre l’anno successivo è toccato alla Corte dei conti ravvisare l’illegittimità. Infine, l’estate scorsa, a stabilire che la Regione si è mossa fuori dalla legge è stata l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Agcm). Nonostante ciò da Palermo, appellandosi prima alle deroghe introdotte nell’ambito delle misure attivate durante la pandemia di Covid-19 e poi alla necessità di garantire il servizio pubblico, si è andati avanti rimandando di anno in anno l’indizione della nuova gara.

Nella relazione firmata dal presidente dell’Agcm Roberto Rustichelli a luglio 2023 si legge: “L’Autorità ha avuto modo di rilevare come in Sicilia viga, dal 2005, un sistema cristallizzato di proroghe dei contratti di affidamento provvisorio, stipulati con le stesse imprese già concessionarie dei servizi. Tali contratti sono stati più volte prorogati, da ultimo fino al 31 agosto 2024, nelle more degli affidamenti con gara”.

Rustichelli ha ricordato come la Corte dei conti avesse ravvisato nel caso siciliano “l’inapplicabilità dell’opzione di proroga” prevista da uno dei decreti legge emanati durante la pandemia e la stessa considerazione va fatta per le previsioni del regolamento della Comunità europea 1370/2007 sui rischi dell’interruzione del servizio. “L’Autorità – prosegue la relazione – ha più volte segnalato, anche alla stessa Regione Siciliana, la problematicità delle attività amministrative riguardanti la gestione dei servizi pubblici locali che, lungi dall’interpretare in senso pro-concorrenziale gli obblighi normativi imposti dalle norme di liberalizzazione avvicendatesi nel tempo, si sono estrinsecate nella proroga degli affidamenti e dei contratti di servizio in essere”.

Per l’Agcm, la Regione ha agito “senza attivarsi tempestivamente e diligentemente per far fronte all’esigenza di affidare i servizi in conformità alla disciplina vigente”. Un affondo che poggia su una considerazione ben precisa: “L’ente disponeva, nel lungo periodo di decorrenza delle proroghe in questione, di tutto il tempo necessario a svolgere le attività di competenza necessarie a consentire un affidamento del servizio tramite una modalità conforme alla normativa vigente e necessariamente idonea a garantire adeguati livelli di efficienza e opportuni benefici per la collettività”.

Il nodo Ast

L’approvazione del progetto che porterà alla gara aperta ai privati si intreccia con il periodo che sta vivendo l‘Azienda siciliana trasporti. L’Ast, storicamente nel mirino di chi ne contesta la qualità del servizio, a luglio ha cancellato quasi quattromila corse. Nei giorni scorsi, invece, è stato il sindaco di Pozzallo a denunciare la disavventura toccata a decine di turisti che, dopo essere stati in visita nella cittadina del Ragusano, hanno atteso invano di poter salire su un autobus che li portasse a Catania.
Che lo stato di salute economico-finanziaria di Ast non sia buono è un dato che si sa da tempo. Per salvare l’azienda, il governo Schifani ha annunciato di voler avviare l’iter per trasformarla in una società in house. Intanto ciò che è certo è che nella redazione del progetto per l’indizione della gara sulle tratte da affidare dai privati sono stati inseriti oltre tre milioni di chilometri annui che in precedenza erano di pertinenza di Ast. L’Azienda siciliana trasporti passerà così da un volume di oltre 15 milioni a circa 12 milioni annui.

A criticare le scelte del governo e dei vertici della società è stato il deputato di opposizione Giuseppe Lombardo: “I documenti in possesso del presidente (Schifani, ndr) contraddicono apertamente ogni sua dichiarazione riguardante il rilancio di Ast e la stabilità finanziaria dell’ente – ha detto l’esponente di Sud chiama Nord –. Finora i quattro piani industriali proposti, tutti diversi e irrealizzabili, non sono stati validati dai competenti assessorati a causa di una cronica mancanza di informazioni”.

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