Polemiche per le dichiarazioni di Alfonso Giordano, giudice del maxiprocesso di Palermo, il quale, in un’intervista al Riformista, ha attaccato la ricostruzione fatta nell’ultima puntata della trasmissione della Rai Report sulla Trattativa Stato-mafia, affermando che “Chi ricostruisce reportage sulla base delle dichiarazioni di presunti pentiti inattendibili non fa un servizio alla verità dei fatti”.
Giordano ha parlato di “esagerazione” e “giustizialismo mediatico”, giudicando “inverosimili” le evidenze mostrate dalla trasmissione sul rapporto tra il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e i fratelli Graviano, i quali “si vogliono far passare per depositari di segreti che in realtà non esistono”.
Facendo un distinguo tra l’esattezza di un processo e la vaghezza di una ricostruzione giornalistica, Giordano ha affermato “Berlusconi, tramite Dell’Utri, di cui si fidava, accettò di assumere Mangano, un personaggio incaricato da Pippo Calò di tenerlo sotto protezione: com’è noto abbiamo condannato Calò e Mangano … Agli atti non risulta niente di più su Berlusconi, ma vedo che il suo nome continua a circolare”.
Giordano ha anche affermato, sulla Trattativa, che Giovanni Falcone “l’escludeva completamente: la mafia non accetta suggerimenti e non si presta a cabine di regia congiunte con nessuno”.
Su quest’affermazione ha replicato Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, commentando: “Mi sembra ci sia stata una sentenza seppur di primo grado, dove è stato condannato dell’Utri ma anche ufficiali del Ros”.
“O non si commentano le sentenze – ha aggiunto Ranucci – o si commentano tutte. Ognuno sceglie quella che fa più comodo”.
“Ho letto proprio sul Riformista l’altro ieri – ha aggiunto – che immaginare che ci siano legami tra servizi deviati e P2 per le stragi appartiene alla fantascienza. Ma siccome il diavolo fa le pentole e non i coperchi ecco che ieri esce la motivazione della sentenza sulla strage di Bologna dove si parla di strage di Stato. Raccontando proprio il contrario di quello che scrive il Riformista”.
“Io – ha concluso Ranucci – sono abituato a raccontare i fatti avendo come unico editore di riferimento il pubblico che paga il canone, non partiti politici o editori legati a quei partiti. E continuerò a farlo. Per questo la puntata sulle stragi andrà in replica oggi alle 16.50 su Rai 3”.

