Dall’8 dicembre 2023 lo spettacolo teatrale “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” è in scena al Teatro ABC di Catania per il terzo appuntamento della stagione di prosa ““Turi Ferro”. Lo spettacolo è una trasposizione dell’omonimo film di Lina Wertmüller, opera postuma per il teatro firmata dalla stessa regista in collaborazione con Valerio Ruiz. Lo spettacolo è diretto da Marcello Cotugno che ha curato l’adattamento con Irene Alison e vanta come attori protagonisti Giuseppe Zeno e Euridice Axen.
Nel cast anche Barbara Alesse, Alfredo Angelici e Francesco Cordella. Se Zeno veste i panni di Gennarino Carunchio, immigrato di seconda generazione, misogino e tradizionalista, vessato dall’imprenditrice, Euridice Axen è la ricchissima industriale milanese Raffaella Pavoni Lanzetti, la famosa “bottana industriale”.
Tra una replica e l’altra, Euridice Axen si è concessa alle nostre domande e non ha parlato solo dello spettacolo. Euridice, dall’8 dicembre “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” è arrivato in Sicilia. Prima a Catania e poi a Ragusa.
Inevitabilmente! Nel senso che sono stata in Sicilia con Gabriele Lavia nel 2008. Ero stata solo Palermo. Invece, quest’estate, sono tornata con il film di Alessandro Siani (nda. Si riferisce a “Succede anche nelle migliori famiglie”, al cinema dal 1° gennaio). E adesso sono qui per lo spettacolo. Tutto concentrato. Zone diverse della Sicilia, quindi, me la sto girando tutta e sono molto contenta.
La gente, prima di tutto. È una popolazione accogliente, solare, disponibile. Rispetto ad altre città in cui mi capita di lavorare più spesso, ti guardano come se ti conoscessero da sempre. E mi piace il clima, ma
quello è scontato. E poi c’è così tanto da vedere che l’occhio non riposa mai. In “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” interpreta la protagonista Raffaella Pavoni, la famosa “bottana industriale”, ruolo che è stato di Mariangela Melato nel film.
Leggendo, rileggendo e rileggendo il testo. Ho rivisto il film per capire la struttura narrativa, il calore del conflitto e poi divertendomi molto. La paura del confronto e di quello che potevano dire e pensare gli altri c’erano, ma poi ha vinto la scrittura e il divertimento.
In tutte le mie storie d’amore sono stata travolta da un insolito destino (nda. Sorride). Non mi è mai capitato di naufragare in senso realistico, però in senso metaforico va sempre così. Lo spettacolo è un riadattamento cinematografico, ma con delle novità sui temi. Come ritroveranno gli spettatori Raffaella e Gennarino? Il sapore resta invariato come il modo di parlare. Lei è sempre un’imprenditrice del nord. Lui è un tunisino di seconda generazione, però parla siciliano. Tutto quello che i nostalgici vogliono rivivere, lo trovano. Non cambia il conflitto, ma la tematica. Si parlerà di immigrazione, di cambiamento climatico e di razzismo. Temi caldi al giorno d’oggi. Anche un pubblico più giovane che non ha visto il film, si riconosce in quel tipo di conflitto.
Io e Giuseppe ci siamo trovati subito. È stato un lavoro facile, di grande fiducia reciproca. È stato divertente e stimolante. Abbiamo avuto un regista molto sensibile e attento.
Teatro, cinema o tv? Per quanto riguarda l’aspetto artistico, non faccio distinzione. Mi innamoro del progetto. Per quanto riguarda la mia vita, si sposa meglio con il teatro per i tempi e i ritmi. Mi piace molto provare, mi piace dormire la mattina se non devo alzarmi per forza, mi piace cambiare posti e viaggiare. Il teatro si sposa alla perfezione con quello che sono io.
Sì! Che abbiamo dei divismi o che siamo persone così diverse, che vivono in un mondo irraggiungibile, e invece no. Siamo semplicemente delle persone che fanno questo di mestiere. Finito il lavoro, siamo esattamente come gli altri. Voglio sfatare anche il fatto che, se siamo attori, allora possiamo recitare anche nella vita.
Mi piacerebbe interpretare un personaggio in costume. Non so quale esattamente, ma penso ad un personaggio malinconico come una Maria Antonietta. E poi una donna pazza.
Mi auguro sarà un Natale di riposo. Finiremo la tournée il 22 notte. Ritorneremo nelle nostre case il 23. Penso mi verrà anche la febbre perché alla fine dei grandi sforzi, mi ammalo sempre.
Vorrei che la smettessero di fare soprusi. Mi piacerebbe che l’essere umano imparasse a conoscersi meglio così da non doversi rifare sugli altri.
C’è un progetto che si svolgerà nei primi mesi del nuovo anno, ma non posso dire altro. Ci sarà la ripresa della tournée e dal 1° gennaio sarò al cinema nel nuovo film di Siani.
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