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Treccani Libri presenta “Viaggio tra i grandi vitigni del nostro Paese”

Treccani Libri presenta “Viaggio tra i grandi vitigni del nostro Paese”

Il volume “Storie di vino” svelato il 5 dicembre all’Ais a Bologna

Milano, 29 nov. (askanews) – Treccani Libri porta in libreria “Storie di vino. Viaggio tra i grandi vitigni del nostro Paese”, un volume scritto da Lisa Pelagatti e Fabrizio Savigni che racconta la straordinaria ricchezza vitivinicola italiana attraverso una narrazione che intreccia storia, territorio e linguaggio. Il libro accompagna il lettore in un percorso che valorizza oltre mille vitigni autoctoni, restituendo la complessità culturale e agricola del nostro Paese.

La presentazione si terrà giovedì 5 dicembre alle 19.30 nella sede dell’Ais Emilia in via Guelfa 5 a Bologna, nell’ambito dell’iniziativa “Dialogo tra Sangiovese di Romagna e Morellino di Scansano”, un appuntamento dedicato ai territori e alle loro espressioni, perfettamente in linea con lo spirito del volume.

Accanto ai vitigni più noti, “Storie di vino” dedica attenzione anche alla biodiversità dell’Emilia, valorizzando vitigni che ancora oggi definiscono l’identità agricola della regione. Il Pignoletto, simbolo dei Colli Bolognesi, è raccontato attraverso l’esperienza di Silvia Lambertini (Tenuta Bonzara), figura chiave nella promozione del vitigno e nella sua tutela. Tra le realtà citate nel volume e legate al territorio bolognese figura anche Tre Monti, azienda di Imola, riferimento per la valorizzazione dell’Albana, primo vino bianco italiano a ottenere la Docg. La Cantina contribuisce da anni alla lettura contemporanea di questo vitigno, simbolo della Romagna e componente essenziale della biodiversità regionale. A completare il quadro della biodiversità regionale è il Fortana, vitigno storico della costa ferrarese, presentato nel libro tra quelli “ritrovati” grazie al lavoro di Annalisa Barison, che ne ha rilanciato la presenza e l’identità lungo le sabbie del litorale.

Il volume dedica ampio spazio anche al Lambrusco, raccontato attraverso la sua storia, le sue trasformazioni e il forte legame con la cultura emiliana. Tra i protagonisti citati compaiono Anselmo e Tommaso Chiarli, testimoni della popolarità internazionale del Lambrusco negli anni del boom e del successivo ritorno alla qualità, insieme al ruolo decisivo del Consorzio Tutela Lambrusco nel riallineare la produzione ai valori identitari del territorio.

Con la prefazione di Adua Villa, “Storie di vino” propone al lettore un viaggio in 173 pagine che unisce dunque enologia, linguistica e memoria. Un percorso all’interno della cultura enologica, costruito attraverso capitoli che alternano racconto, testimonianze e spiegazioni tecniche senza mai appesantire la lettura. L’apertura dedicata al Nebbiolo introduce subito il tono del libro: un vitigno raccontato attraverso territori, storie familiari e scelte produttive che ne hanno definito l’identità. Il percorso prosegue con i vini che hanno superato i confini nazionali, dal Marsala ai Supertuscan, ripercorrendo le ragioni del loro successo e le intuizioni che li hanno portati a imporsi all’estero. Le pagine dedicate alle bollicine chiariscono differenze e logiche dei due principali metodi di produzione, mostrando come il risultato nel bicchiere sia sempre frutto di tempo, tecnica e precisione.

Il libro entra poi nel mondo dei vitigni aromatici, spiegando cosa rende particolare questa categoria e come territori come Friuli, Alto Adige e Valdadige ne abbiano custodito l’evoluzione. L’ampio capitolo sul Sangiovese mette ordine nelle sue molte espressioni, dal rigore di Montalcino alla schiettezza romagnola, restituendo l’immagine di un vitigno che si adatta ma non cambia natura. Seguono le pagine dedicate ai bianchi da invecchiamento, che ribaltano un luogo comune molto diffuso e mostrano come vitigni come Verdicchio, Fiano o Chardonnay possano crescere nel tempo grazie a suoli, altitudini e tecniche di cantina.

Lo sguardo passa poi ai rosati, raccontati senza pregiudizi e con attenzione alla loro evoluzione recente, e agli uvaggi, descritti come un punto di incontro tra sensibilità del produttore ed equilibrio naturale delle uve. Il libro si chiude con le storie di chi ha segnato la crescita del vino italiano e con un epilogo dedicato ai vitigni riscoperti, che restituisce il senso di un patrimonio ancora in movimento. Il risultato è una lettura scorrevole grazie ad un approccio divulgativo che permette di orientarsi con facilità in un tema molto vasto.