La vittima è Laura Borina, studentessa di 26 anni deceduta martedì alle 13 all’ospedale civile di Venezia.
Una vita spezzata improvvisamente, causa malore, getta nello sconforto la comunità di San Biagio di Callalta (Treviso). A rimanerne vittima è Laura Borina, studentessa di 26 anni deceduta martedì alle 13 all’ospedale civile di Venezia. Niente da fare per lei, nonostante la tempestiva corsa in ospedale e il ricovero. Un repentino peggioramento ne ha causato la morte per una tragedia consumatasi in meno di 24 ore. Ad avviare la procedura per le analisi diagnostiche, onde capire quale sia stata la natura di quel malore letale è l’Ulss 3 Serenissima. Nel frattempo la famiglia della giovane, che risiede a San Biagio di Callalta (Treviso), si è rivolta a un legale, l’avvocata Alessandra Gracis, che ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Venezia.
Il calvario
E’ tutto accaduto nel gioro di poche ore. Laura, che non ha mai avuto particolari problemi di salute, lunedì sera si sente male mentre è a casa con il suo fidanzato. Non appena questi si accorge che la giovane non riesce quasi più a parlare dà l’allarme. Il 118, presto sul posto, la trasporta all’ospedale Civile. «Un calvario di nove ore», scrive l’avvocata nell’esposto, al termine del quale Laura «viene ricoverata in osservazione nel reparto di unità coronarica».
Come un fulmine a ciel sereno
Ciò che viene riscontrata attraverso gli esami del sangue, quale unica anomalia, è una forte anemia. In ospedale arrivano anche i genitori della giovane che, dopo un breve colloquio con i medici tornano a casa, d’accordo di aggiornarsi il giorno dopo. Poi il dramma: intorno alle 12 dall’ospedale rispondono che Laura ha avuto un crollo dei valori con conseguente aneurisma cerebrale. Alle 13 viene dichiarato il decesso della giovane. Una notizia che, per la famiglia, è caduta come un fulmine a ciel sereno.