Arrivano nuovi dettagli sulla strage avvenuta a Muggia, nella provincia di Trieste, dove una madre – una donna ucraina residente nel luogo – avrebbe ucciso suo figlio, un bimbo di appena 9 anni. Secondo quanto riportato da Il Piccolo, il rapporto tra la donna e il padre del bimbo sarebbe stato sempre tanto burrascoso, con la madre del piccolo che in passato avrebbe stretto con forza il collo del bimbo, da cui il piccolo ne uscì ferito e con diversi lividi giudicati guaribili in tre giorni.
Il rammarico del padre e le minacce della donna: “Giovanni muore con me”
Secondo quanto emerso, la situazione era parecchio complessa tra madre e padre del piccolo, con una convivenza finita già alla nascita del bambino, con la donna che – secondo quanto emerso – disse letteralmente all’uomo, il papà del bimbo, “ricordati bene che se io muoio, anche Giovanni (il figlio, ndr) muore con me! E non pensare che io stia scherzando”, sarebbe stata una delle minacce che la donna avrebbe rivolto al marito. Quest’ultimo, oggi chiaramente in lutto, ha un grande rammarico. “Ho il grande rammarico legato al fatto che alla madre sia stato consentito di vedere il bambino senza protezione”. Poi, parlando con il parroco, ha aggiunto ancora: “Sono completamente devastato”.
Madre uccide figlio, le prime informazioni, la famiglia era seguita dai servizi sociali
Tragedia familiare nel Triestino: un bambino di nove anni è stato ucciso dalla madre nella tarda serata di ieri, mercoledì 12 novembre. È avvenuto nella loro abitazione a Muggia. È stato il padre a dare l’allarme perché non riusciva a contattare la donna. Sono interventi gli agenti della squadra mobile, ma per il bambino non c’era più nulla da fare. Il piccolo mostrava ferite da taglio alla gola. La coppia si stava separando.
Secondo le prime informazioni, la famiglia era seguita da tempo dai servizi sociali, a causa della separazione e della situazione complessa legata all’affidamento e alle condizioni di vita del bambino. Una situazione difficile ma “non drammatica” al punto di arrivare a questo orribile epilogo, come ha detto il sindaco di Muggia, Paolo Polidori. La donna, una ucraina di 55 anni, era seguita anche dal Centro di salute mentale.
Il parroco: “li conoscevo bene, situazione era complicata”
“Conoscevo bene la famiglia, almeno si vorrebbe chiamarla così, perché era una situazione davvero molto complicata”. Lo dice all’Adnkronos il parroco della Diocesi di Trieste, Andrea Destradi che, commosso, parla del bambino di 9 anni ucciso dalla madre nella tarda serata di mercoledì. Il parroco racconta di avere visto il padre del bambino “in piazza Marconi a Muggia ieri verso le 21,30. Non mi sono fermato a parlare con lui perché era al telefono e stava cercando di mettersi in contatto con la mamma che non rispondeva, in casa non rispondeva nessuno”.
Il parroco sostiene di avere visto “l’ultima volta insieme il padre con il figlio sabato sera a messa. I due coniugi erano separati da molti anni e, solo di recente, la donna di origini ucraine aveva avuto la possibilità di rivedere il bambino senza gli educatori”. Destradi dice che la donna “aveva molte fragilità. Veniva spesso da me in parrocchia a chiedere aiuto. Voleva una casa, un lavoro ma noi, che come parrocchia aiutiamo un sacco di gente, non riuscivamo ad affrontare queste problematiche che erano di tipo medico, non bastava trovare un impiego”.
“Si tratta di un dramma enorme – continua il parroco – come parrocchia la prima cosa che faremo sarà quello di pregare anche con il sindaco e il vescovo, per stringerci attorno alla famiglia. Probabilmente oggi o domani saremo in Duomo ma nessuno si poteva aspettare una cosa di questo genere”, conclude.
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