Autorizzati 11 nuovi pozzi per idrocarburi su tutto il territorio nazionale
di Maria Laura Paxia
Con l’istituzione del Ministero della Transizione Ecologica in tanti erano in attesa di un deciso cambio di passo nella futura gestione della politica energetica nel nostro Paese.
Questo, però, ancora non sta accadendo e, anzi, in queste settimane stiamo assistendo a un “ritorno al passato” perché il titolare di questo innovativo dicastero, Roberto Cingolani, ha rilasciato la Via (valutazione di impatto ambientale) per ben 11 nuovi pozzi per idrocarburi su tutto il territorio nazionale. In particolare, nel mare Adriatico (tra Veneto e Abruzzo), nel canale di Sicilia e, a terra, in Emilia Romagna in provincia di Modena.
Nella nostra regione, è stato autorizzato il pozzo Lince 1, impianto dell’Eni nel tratto di mare davanti la costa tra Gela e Licata.
Questa notizia ha creato non poche polemiche e, a mio avviso, a poco sono valsi i chiarimenti del Ministro Cingolani, il quale ha spiegato che queste trivelle non le ha autorizzate, ma erano già lì e, quindi, ne ha preso atto.
Partendo dal presupposto che il rilascio da parte del MITE dei decreti di Valutazione di Impatto Ambientale è del tutto legittima dal punto di vista procedurale e non rappresentino titoli minerari (non danno cioè un via libera definitivo, ma solo un’autorizzazione intermedia), bisogna fare una riflessione sulla opportunità di questi atti che sanno poco di transizione ecologica.
Bisognerebbe andare verso la decarbonizzazione, ma si continuano a fare passi indietro puntando, quindi, sui fossili.
La svolta green che tanti auspicavano con il Governo Draghi e con la nascita del primo Ministero della Transizione Ecologica, deve essere realizzata con i fatti e non con gli annunci.
Vorrei ricordare cosa ha dichiarato Papa Francesco, proprio pochi giorni fa, in occasione della settimana dedicata alla enciclica Laudato Si: “La tecnologia basata sui combustibili fossili, molto inquinanti, deve essere sostituita senza indugio. C’è da augurarsi che l’umanità degli inizi del XXI secolo possa essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità”.
Se si parla realmente di transizione ecologica e se dobbiamo rispettare gli impegni presi in ambito europeo sul Green Deal, bisogna avere il coraggio di tagliare con il passato. E bisogna farlo anche presto.