Troina, sostegno per i più deboli inserendoli nel tessuto sociale - QdS

Troina, sostegno per i più deboli inserendoli nel tessuto sociale

redazione

Troina, sostegno per i più deboli inserendoli nel tessuto sociale

sabato 03 Dicembre 2022

Concluso nei giorni scorsi il progetto “Bivio solidale e inclusivo”, promosso dall’associazione “La Solidarietà odv” con il sostegno dell’assessorato regionale alle Politiche sociali e del Comune

TROINA (EN) – Solidarietà, inserimento e inclusione sociale e lavorativa. Sono i cardini su cui si fonda “Bivio solidale e inclusivo”, il progetto presentato dall’associazione di volontariato “La Solidarietà odv” per i giovani affetti da disabilità e in particolari condizioni di svantaggio e vulnerabilità, avviato grazie a un finanziamento dall’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, con un cofinanziamento del Comune di Troina e la partecipazione della società Agrima.

“Il ‘Bivio’ – ha spiegato il presidente dell’associazione Angelo Impellizzeri – è un luogo fisico e umano dove si incontrano e interagiscono alcuni cittadini fragili a rischio di esclusione sociale, un gruppo di volontari che li accompagnano per migliorare la loro autostima e autonomia e una dimensione produttiva che è contesto di apprendistato e reinserimento sociale e lavorativo. La sfida di questo progetto è quella di sostenere gli anelli più deboli della nostra società, aiutandoli a inserirsi nel tessuto sociale e a costruirsi un percorso di vita”.

Duplice obiettivo dell’iniziativa, attraverso l’agricoltura sociale e sostenibile, è infatti quello di favorire l’inserimento socio-lavorativo di ragazzi con disabilità conclamata in progetti di riabilitazione e sostegno da una parte, e di promuovere la socializzazione e l’inclusione con i giovani particolarmente svantaggiati, che non svolgono alcuna attività lavorativa e vivono a carico delle famiglie dall’altra, mediante attività che sviluppano le abilità e le capacità personali e la creazione di servizi utili per la collettività.

Per la durata di otto mesi, dopo un primo momento formativo, otto ragazzi, guidati da un tutor e assistiti dai volontari dell’associazione, hanno svolto piccoli lavori agricoli, come la cura delle siepi e dell’orto all’interno del casale San Francesco dell’Agrima, società agricola della Fondazione Oasi Maria Santissima che ha messo a disposizione i propri locali, partner del progetto insieme al Comune, che ha invece finanziato le borse di lavoro per i ragazzi fruitori.

A presentare le attività svolte durante il progetto sono stati gli stessi ragazzi che, con grande entusiasmo, insieme al presidente Angelo Impellizzeri e ai due volontari dell’associazione Tania Castano e Antonello Cittadino, hanno accolto al casale il sindaco Fabio Venezia, l’assessore comunale ai Servizi sociali Silvana Romano, il presidente dell’Irccs Oasi Maria Santissima don Silvio Rotondo e il presidente dell’Agrima Giuseppe Ferrarello. “Abbiamo voluto sostenere questo progetto – ha detto il sindaco Venezia – coerentemente con il valore della solidarietà che la nostra comunità sta promuovendo e con il modello di sperimentazione di quella che il fondatore dell’Oasi padre Luigi Ferlauto chiamava ‘Città Aperta’, dove deboli e forti lavorano insieme. La politica e le istituzioni devono promuovere altri progetti per permettere ai nostri giovani di potersi sperimentare all’insegna dell’inclusione e, vedere oggi questa realtà, è motivo di grande gioia. Grazie a tutti quanti si sono spesi perché si potesse concretizzare”.

Parte delle attività, che hanno previsto l’intervento assisto con gli asini del progetto “Legalità di razza” dell’Azienda speciale Silvo-Pastorale del Comune, è invece stata coadiuvata da un’équipe di professionisti dell’Irccs Oasi Maria Santissima di Troina. “Ciascuno di noi – ha detto don Silvio Rotondo ai ragazzi – è una persona imprescindibile, importante e unica. Ognuno, con la sua unicità, ha contribuito al benessere collettivo, imparando a integrarsi con gli altri. Questa esperienza è una chiave di volta per la vostra vita, perché avete imparato a stare con chiunque e per qualsiasi cosa. La nostra città è più vivibile e bella con la vostra presenza”.

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