Editoriale

Truffa 440 milioni, lode alla Guardia di Finanza

Non è stato dato sufficiente spazio all’importante indagine della Guardia di Finanza, guidata dalla Procura di Rimini, che ha portato alla scoperta di una truffa ai danni dello Stato di ben 440 milioni. Un’organizzazione malavitosa, formata da molti colletti bianchi, che ha messo in piedi una struttura vergognosa per appropriarsi dei soldi dei contribuenti.
Bisogna lodare la Guardia di Finanza per questa attività che fa, unitamente a quella della lotta all’evasione fiscale, alla corruzione e ad altri delitti che vengono compiuti da malfamati cittadini, non degni di questo nome.

Il lavoro che svolgono gli uomini della GdF non è sufficientemente remunerato dai relativi stipendi perché nel nostro Paese vi è il difetto di non premiare il merito e di abbassare tutti i livelli stipendiali, come se tutti fossero uguali.
L’uguaglianza è un principio di democrazia, ma è un punto di partenza perché, in natura, essa non esiste. Ci spieghiamo meglio.


“Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone per non diventare cibo. Ogni mattina, in Africa, come sorge il sole, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più della gazzella per procurarsi il cibo”. Nello sport, chi gareggia sa che può arrivare primo o ultimo. Le piante più forti resistono agli agenti atmosferici, quelle più deboli, muoiono. Così è in tutti i soggetti viventi.

E invece, in Italia, la stupidità abissale porta a non selezionare i migliori – che poi trainano gli altri – abbassando la qualità per far sembrare tutti uguali. Da cui deriva altra stupidità abissale secondo la quale “uno vale uno”.

Chi ragiona in questo modo non ha letto i libri del sapere, non ha riflettuto su ciò che è accaduto in cinquemila anni sull’evoluzione (o involuzione) della specie umana. Cosicché, con la motivazione di difendere i più deboli, si tende ad abbassare le qualità dei migliori.

Si ignora che sono proprio i migliori esseri umani (uomini e donne) coloro che trainano il progresso, lo sviluppo, che apportano le scoperte, le quali hanno fatto migliorare la qualità della vita della specie umana.
Quanto scriviamo può non sembrare collegato all’azione descritta della GdF. Invece lo è.

Carabinieri, che gestiscono il Corpo forestale in Italia (tranne che in Sicilia), Poliziotti e Finanzieri sono circa quattrocentomila rispetto ai 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Funzionano bene, insieme al personale dei trasporti pubblici e privati e, in qualche misura, al personale sanitario. Ciò perché hanno obiettivi chiari da raggiungere e un’organizzazione efficiente che comprende le tabelle di marcia, ovvero i cronoprogrammi.

Non si capisce perché – l’abbiamo scritto più volte – questo modello organizzativo non debba essere trasferito a tutti gli altri dipendenti pubblici a livello nazionale, regionale e locale.
Cosicché, dobbiamo rilevare due funzionamenti diversi fra coloro che sono ben organizzati e ben gestiti e coloro che sconoscono qualunque forma di organizzazione. Una diseguaglianza che viola l’articolo 3 della Costituzione e l’articolo 54, che obbliga i dipendenti pubblici ad adempiere (con disciplina e onore) i loro doveri.
Non si capisce quale dignità o onore abbiano i dipendenti pubblici che percepiscono lo stipendio e che non si pongono la domanda che si faceva Giovanni Falcone: “Me lo sono meritato?”.


Ecco, la domanda è sul merito, un valore assente in gran parte della Pubblica amministrazione, nella quale, però, vi sono persone per bene e di grande valore professionale.
Avere scoperto una truffa di 440 milioni è un segnale forte, impresso da questo Governo, in particolare dal Ministero dell’Economia e Finanze, da cui dipende la Guardia di Finanza, che intende fare una lotta senza quartiere ai disonesti che truffano lo Stato e i cittadini.

L’azione del Corpo dovrebbe essere ulteriormente rinforzata sia con l’accrescimento numerico dell’organico, sia con i compensi. Parimenti, dovrebbe essere svolta simile azione nei confronti dei Carabinieri e dei Poliziotti.

Abbiamo ricevuto molti comandanti di GdF, CC e Questori. Da nessuno di essi abbiamo mai sentito dire che le Forze in campo erano insufficienti.
Tacere e lavorare bene è il loro motto da veri servitori dello Stato.