Truffa all'Inps, scatta sequestro da oltre un milione a Palermo - QdS

Stato di crisi aziendale “falso” e orari mai ridotti, sequestro da 1,4 milioni di euro per truffa all’Inps

Stato di crisi aziendale “falso” e orari mai ridotti, sequestro da 1,4 milioni di euro per truffa all’Inps

Redazione  |
mercoledì 17 Maggio 2023

Ecco le accuse a carico di una società operante nel settore della gestione dei supermercati nella provincia di Palermo.

I finanzieri del comando provinciale di Palermo, nell’ambito delle indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un sequestro preventivo, emesso dal gip del Tribunale locale, per un valore complessivo di circa 1,4 milioni di euro per un caso di presunta truffa all’Inps.

Le indagini, condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Palermo, hanno interessato una società operante nel settore della gestione di supermercati nella provincia di Palermo che avrebbe posto in essere irregolarità contributive nell’applicazione del contratto di solidarietà.

Tale strumento d’integrazione salariale è finalizzato a tutelare l’occupazione attraverso una diminuzione
dell’orario lavorativo a fronte della quale il dipendente riceve un contributo anticipato dal datore di lavoro, che lo può successivamente recuperare sotto forma di credito contributivo.

Truffa all’Inps, scatta il sequestro a Palermo

L’attività investigativa ha consentito di rilevare che, nel quinquennio 2016-2020, gli amministratori della società palermitana avrebbero falsamente attestato all’INPS uno stato di crisi aziendale e la riduzione dell’orario di lavoro per circa 60 dipendenti all’anno, i quali in realtà sarebbero stati impiegati in turni considerevolmente superiori rispetto a quanto formalmente pattuito nel contratto di solidarietà.

Attraverso tale meccanismo fraudolento, la società avrebbe ottenuto un credito contributivo quantificato in circa 1,4 milioni di euro, successivamente utilizzato dalla stessa per compensare contributi previdenziali dovuti e per abbattere le imposte.

Allo stato, i rappresentanti legali pro tempore dell’impresa coinvolta risultano indagati per truff aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e indebita compensazione d’imposta.

Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi indiziari acquisiti in fase di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

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