Estorsione, autoriciclaggio e truffe consumate e tentate ai danni di asili nido e case di riposo di tutta Italia: sono le accuse, a vario titolo, nei confronti di 16 persone coinvolte in un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza.
Stamani nelle province di Torino e Catania i Carabinieri del Comando provinciale del capoluogo lucano hanno eseguito le misure cautelari emesse nei loro confronti.
Le indagini hanno permesso di scoprire che i responsabili di asili nido e case di riposo “erano indotti a versare denaro su più carte di credito, intestate ad ignoti, con la minaccia che, in caso contrario – è specificato in un comunicato diffuso dal Comando provinciale di Potenza dei Carabinieri – non avrebbero più ricevuto contribuiti regionali o ministeriali”.
I particolari dell’inchiesta saranno illustrati nella tarda mattinata dal procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, in una conferenza stampa nel Palazzo di Giustizia del capoluogo lucano.
La Procura di Potenza ha emesso otto ordinanze di custodia cautelare eseguiti tra le province di Torino, Catania, Brescia e Caserta insieme ad altre otto misure cautelari emesse dal gip di Potenza di obbligo di presentarsi alla Polizia giudiziaria.
Un gruppo di persone tra loro parenti che operava tra Torino e Catania estorceva denaro con un singolare metodo a enti religiosi e cooperative socio-assistenziali.
Le indagini sono cominciate proprio dopo la denuncia presentata, dopo aver subito due estorsioni, dalla rappresentante legale di una scuola paritaria dell’infanzia di Oppido Lucano (Potenza).
Le persone coinvolte nell’inchiesta – catanesi residenti a Torino e a Catania “spesso legati fra loro da vincoli di parentela” – contattavano i rappresentanti legali delle strutture fingendosi dirigenti ministeriali e regionali e facendo credere che c’erano stati degli errori nelle assegnazioni dei fondi e quindi un’indebita percezione ai danni di un altro ente.
La minaccia era che, in caso di mancato e immediato pagamento, sarebbero stati bloccati gli altri fondi.
Chiedevano poi di effettuare un bonifico di 2.490 euro su un conto corrente postale, corrispondente invece a una Poste Pay Evolution intestata a uno di loro: 2.500 euro è il limite massimo di prelievo da sportello per questo tipo di carte.
Ottenuto il versamento, da Torino, due persone – promotori, secondo gli investigatori, dell’associazione a delinquere – contattavano i loro famigliari che, a Catania, andavano a prelevare il denaro estorto, ne trattenevano una percentuale (tra il 20 e il 25%) e poi trasferivano la restante parte su altre poste pay intestate a ulteriori famigliari e complici residenti nel capoluogo piemontese.
Le due persone arrestate e trasferite in carcere sono Mirko Cicirello, di 26 anni, di Torino, Alfio Cangelosi, di 30, di Moncalieri (Torino), ritenuti i promotori dell’associazione a delinquere.
I domiciliari sono stati concessi a Patrizia Cangelosi 59 anni, di Torino, e i catanesi Alfredo Cicirello, di 20, Anthony Pappalardo, di 23, Giovanni Santoro di 42, Rosaria Caruso di 37 e Pietro Santoro, 26.
In totale – secondo quanto ricostruito dagli investigatori – sono state cinque le estorsioni consumate e 132 quelle tentate dai componenti dell’associazione a delinquere.
In altri 17 casi le estorsioni non sono state perfezionate per l’intervento dei Carabinieri che, in uno di questi casi, sono riusciti anche a far revocare un bonifico appena effettuato.

