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Trump e Putin, Zelensky comparsa

Trump e Putin, Zelensky comparsa

Veri negoziati tra Usa e Russia

La telefonata di due ore e passa fra Trump e Putin non è approdata a un risultato concreto. Peraltro, è difficile che una matassa così imbrogliata possa sciogliersi con una semplice chiacchierata al telefono, per quanto lunga. Fra l’altro, secondo le informazioni che circolano, nel corso della stessa, la questione ucraina è stata messa quasi in secondo piano, perché al presidente americano interessa più fare business che sciogliere il nodo della guerra europea.

Certo, anche su questo versante ha interesse perché continua a sborsare miliardi di dollari, ma non bisogna dimenticare che questi dollari, nella maggior parte, vanno alle industrie di armi americane, le quali così incrementano il loro fatturato e i loro utili. Quindi, di fatto, l’Erario statunitense sta finanziando il business degli industriali americani delle armi.
Ed è proprio questo il punto nodale della questione: che questa lobby continua a spingere tutti i Paesi del mondo a fare guerre. Se ne contano cinquantasei, in atto.

La questione ucraina, seppure sembra sia stata trattata in secondo piano, non è poi tanto difficile da risolvere, sol che Trump faccia capire all’attore-presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che il tempo delle chiacchiere è finito. Quelle balle del tipo “vinceremo la guerra”; o dell’altro tipo come “ci devono restituire i territori” non hanno alcuna cittadinanza, perché sono due presupposti che impediscono la cessazione di questo conflitto.

Probabilmente Trump e Putin, trovati gli accordi commerciali e di sviluppo del business che interessano a entrambi, punteranno su una soluzione intermedia e ragionevole che potrebbe essere quella di fare diventare questi territori neutrali, ovvero fare svolgere delle regolari elezioni affinché i popoli delle stesse determinino con chi vogliono stare.

O ancora, un’altra soluzione potrebbe essere quella che tutta l’Ucraina diventi una sorta di Svizzera, come un Paese cuscinetto, ricevendo così cospicue risorse per la sua ricostruzione e per rialimentare la propria economia, fondata sulla mediazione fra Europa e Russia, con la supervisione ovvia degli Stati Uniti d’America.

Da questo quadro si evince come Zelensky non sia altro che una comparsa, prima nelle mani di Biden e ora in quelle di Trump.

L’Europa sta facendo una barbina figura perché l’iniziativa dei “Volenterosi” è destituita di fondamento ed è persino ridicola. Infatti siamo pronti a scommettere che non vi è nessuno dei ventisette Paesi – compresa la Francia col Macron-Napoleone – che invierebbe le proprie truppe in Ucraina contro quelle russe, anche perché un’iniziativa di questo genere potrebbe essere la molla per far scattare la terza Guerra mondiale, che nessuno vuole.

Il neo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha annunciato che il suo nuovo Governo stanzierà somme notevoli, anche a debito e anche con lo sforamento delle regole europee, per potenziare le forze armate. Un progetto pericoloso e velleitario, quasi una riproduzione di quello che fece Adolf Hitler nel 1933.
Il popolo tedesco è un popolo ordinato e abituato a obbedire. Obbedì allora a quel folle che scatenò la guerra in Europa e obbedirebbe a un cancelliere democratico, che però sembra abbia le stesse velleità.

Non sappiamo perché la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, abbia intrapreso una strada senza sbocco, che è quella di voler spendere ottocento miliardi per le armi, senza invece imboccare l’altra e più ragionevole strada che è quella di riunire tutte le forze armate dei Ventisette sotto un unico comando, in modo da omogeneizzare gli armamenti, che sono i più disparati e che quindi risultano inefficienti.

Inoltre, senza un comando unificato, qualunque forma di difesa dei confini dell’Unione sarebbe impossibile. Infatti, a questo bisogno provvede, o dovrebbe, la Nato, ma in questa organizzazione è prevalente la volontà degli Stati Uniti, per cui anche in essa l’Unione è subordinata ai voleri di Trump.
Quest’ultimo non vuole guerre, ma vuole espansione commerciale ed economica per il proprio Paese. Bisognerà che tutti si uniformino a questo orientamento, togliendosi dalla testa le idee belligeranti di produrre armi e di spendere inutilmente le risorse dei/delle cittadini/e.