Per tanti soloni dell’informazione che hanno sostenuto in questi tre anni di guerra russo-ucraina tesi non vere, la posizione di Trump negli ultimi giorni ha assunto una smentita clamorosa, per cui costoro non sanno cosa dire se non inventarsi una clamorosa bugia e cioè che Trump è diventato filorusso perché ha cominciato un dialogo costruttivo con il Presidente-dittatore di quella Federazione, per chiudere in tempi brevi una guerra che non sarebbe dovuta durare tre anni.
Il quarantasettesimo Presidente degli Stati Uniti intende liquidare in tempi molto brevi le due guerre – russo-ucraina e israelo-palestinese – e pertanto parla con gli interlocutori giusti per arrivare a questo obiettivo, che è di interesse di tutti, salvo dei due che testardamente hanno continuato sulla strada che ha portato disastrosi risultati e cioè Zelensky e Netanyahu, i quali, alla conclusione di queste due guerre, probabilmente salteranno dalla loro posizione.
Zelensky, dal suo canto, in virtù della legge marziale, da lui fatta approvare, ha potuto rinviare sine die le elezioni che l’avrebbero fatto fuori.
Netanyahu, quanto a lui, ha reagito giustamente all’infame attacco del 7 ottobre, ma con una potenza di fuoco eccessiva. Il risultato è che Gaza è totalmente distrutta, nel Libano meridionale la distruzione è cominciata, mentre è stata evitata la guerra contro l’Iran che sarebbe stata molto grave.
Nella geografia mondiale i competitori sono sostanzialmente due: Stati Uniti e Cina. L’Europa è del tutto ininfluente in questo contesto per responsabilità dei propri governanti, che non stati capaci in questi settant’anni circa (dal 1957 in avanti) di costituire un’unione vera come quella degli Stati Uniti, che tiene assieme cinquanta Stati anziché ventisette.
Sarebbe stato interesse dell’Unione europea non sanzionare la Russia, ma tentare di indurre sia Putin che Zelensky a chiudere immediatamente la guerra, perché il risultato non poteva che essere quello che sarà sancito nelle prossime settimane e cioé che la Russia si riappropria delle quattro regioni come aveva fatto nel 2014 con la Crimea.
In questo quadro sono state inventate ipotesi fuori dalla realtà, come quella che dopo queste annessioni la Russia avrebbe aggredito nazioni che fanno parte della Nato.
Nella vicenda la Turchia del presidente-dittatore Erdogan ha giocato un ruolo sommesso tentando di diventare protagonista senza riuscirci.
Dunque, Trump ha colloquiato con Putin e certamente si vedranno entro qualche settimana; egli vuole anche favorire le proprie imprese, che nel mercato russo vedono prospettive di grande sviluppo che invece gli europei hanno escluso dal loro orizzonte.
Vittima di questo quadro è stato il popolo ucraino, come abbiamo scritto tante volte, che si è visto distruggere metà del territorio e che ha vissuto degli anni infernali senza alcuna prospettiva. Le balle che ha raccontato Zelensky hanno avuto le gambe corte e ora egli ne pagherà le conseguenze. La balla principale era che lui avrebbe vinto la guerra, illusione fomentata dal quarantaseiesimo presidente degli Usa, Joe Biden, il quale non parlava con la propria testa, bensì con quella delle potenti lobby delle armi e delle energie, le quali hanno visto nella guerra una grande opportunità per aumentare i loro fatturati e utili.
Le invenzioni dell’informazione europea sul fatto che Trump sia filorusso stanno scontrandosi con la realtà. Si tratta dunque di “una boiata pazzesca”, come ci ricordava Fantozzi nel famoso film in cui nominava la Corazzata Potëmkin.
Trump sa che nel mercato mondiale competerà con Xi Jinping, il quale sta facendo un’opera di grande sviluppo tecnologico nel proprio Paese perché sta istituendo decine e decine di nuove università e sviluppando tutti i settori del futuro. Per altro, molti economisti prevedono che il Pil della Cina raggiungerà quello degli Usa intorno al 2030.
Questa realtà è stata ignorata dagli europei, che ora non sanno come fare ad uscire da questo “cul de sac”: Macron in Francia si agita e fa riunioni inutili; il cancelliere Scholz è sotto esame dalle prossime elezioni del 23 febbraio; il nostro Paese vale per quello che vale e gli altri ventiquattro Stati sono solo comparse.

