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Giovanni Pizzo  |
mercoledì 06 Novembre 2024

Donald Trump ha vinto anche contro le innumerevoli cause, giuste o sbagliate, dei giudici americani

Alla fine ha vinto, di più larga misura rispetto ai sondaggi, The Apprentice, vuol dire che ha imparato, la prima volta potevano non averlo visto arrivare, stavolta no. Ha vinto anche contro le innumerevoli cause, giuste o sbagliate, dei giudici americani che, ricordiamo, sono nominati dell’esecutivo, il popolo non le ha giudicate meritevoli di attenzione. In democrazia, per quanto malata, influenzata da Muski e Zucki, confusa, vince il popolo, vincono i territori, e se si guarda la mappa degli Stati americani la maggior parte di essi è per Trump.

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Ha vinto nella ex industriale Pennsylvania, lo Stato di Rocky, ha vinto nell’America Country, rurale, nelle immense praterie, in Texas che è grande 5 volte l’Italia. Non ha vinto nelle grandissime città, a New York la sua città dove sorge la Trump Tower, a Los Angeles, San Francisco, Seattle. Non vince a Palo Alto e nei piccoli Stati del benessere atlantico, Maine e Connecticut, sicuramente non vince a Princeton, o a Cambridge dove ci sono le università della Ivy League, ma negli sconfinati Stati Uniti vince ovunque. Cosa vuol dire questo? Che l’America è divisa profondamente tra pochi ricchi, istruiti, digitali, figli del terziario delle città stato, ed il resto del Grande Paese, quello ancora di John Wayne, che era repubblicano. Ha vinto perché ha parlato alla pancia, agli istinti, prima di tutti la paura, ha generato rabbia, e poi ha fornito la speranza, la soluzione, America First e gli altri, europei ed ucraini in primis, non interessano.

E gli americani, per la seconda volta gli hanno creduto, hanno pensato che solo lui li può difendere da una globalizzazione che fa paura, da quei cinesi che hanno in mano il debito pubblico americano, da quegli europei con il cappello in mano che vogliono “piccioli” con il Grende George, che non è Clooney, stampato sopra per difendersi dell’orso russo. La globalizzazione fa paura e genera populismo, soprattutto nelle fasce fragili che sono la maggioranza delle popolazioni. Se ci fosse un Trump in Francia o in Germania vincerebbe pure lì, tra gli agricoltori francesi che non hanno più cherosene per i trattori e gli operai della Volkswagen lasciati a casa. Questo ci dice la Trump Tower, lui ha vinto perché gli altri lo attaccavano con ogni mezzo, ma non gestivano le paure e gli istinti, non davano visioni come descritto nel film Megalopolis di F.F. Coppola, non avevano ricette per difendere il popolo dal potere distruttivo del capitalismo finanziario selvaggio, da un mondo in cui è saltato il protezionismo, le barriere.

Un mondo in cui merci e virus ti entrano dentro senza che tu possa farci nulla. Trump gli ha promesso, verità o menzogna, che li avrebbe protetti. E loro gli han creduto.

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