Il 4 marzo scorso è stata diffusa una nota dell’Associazione Centro Sociologico Italiano – Loggia Hypsas n. 5430, regolarmente iscritta al “Grand Orient de France” – che prendeva le distanze dal binomio massoneria-mafia derivante dall’arresto del medico Alfonso Tumbarello avvenuto il 7 febbraio, per “avere concorso, senza prendervi parte, nell’associazione mafiosa Cosa Nostra, assicurando a detto sodalizio le proprie competenze mediche e i propri poteri derivanti dalla qualità di medico di medicina generale convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale”.
QdS ha parlato con l’avvocata Margherita Barraco, legale dell’Associazione Centro Sociologico.
Avvocata Barraco, una delle caratteristiche, spesso criticate, delle logge massoniche è la riservatezza dell’elenco dei suoi associati. C’è differenza tra riservatezza e segreto?
“Anche solo grammaticalmente la differenza è evidente. Il segreto è tutto ciò che va tenuto rigorosamente nascosto e non si può rivelare mentre la riservatezza indica ciò che va tenuto protetto, riservato appunto, ma non per questo non può essere conosciuto. È indubbio che non si fanno pubblici proclami ma le logge regolari ed ufficiali sono note, legali e accettate. Nel concreto, il nome dei soggetti appartenenti alle logge regolari sono riservati ma non segreti. Non si tratta di una casta chiusa ma, indubbiamente, c’è una tutela di quanto si fa perché non c’è volontà pubblicitaria o oggetto di pubblici proclami”.
Il dottor Tumbarello appartiene alla Loggia Hypsas?
“No. Il dottor Tumbarello è iscritto alla loggia massonica “Valle di Cusa” di Campobello che è iscritta al GOI, il Grande Oriente d’Italia. Per contro, il Centro Sociologico Italiano è iscritto, con la sua loggia Hypsas, al Grande Oriente di Francia. Si tratta di due associazioni massoniche differenti e scisse. Nessun componente della loggia Hypsas è minimamente interessato dalle vicende giudiziario che sono al vaglio degli inquirenti. Sono tipologie di “obbedienza” differenti. Nel caso del GOI si tratta di un’obbedienza dogmatica mentre il Grande Oriente di Francia si caratterizza perché è adogmatica. Peraltro, proprio il Grande Oriente di Francia, è aperto alla presenza delle donne trai suoi associati, cosa che non avviene per il GOI, i cui associati sono esclusivamente uomini e anche questo determina la radicale differenza tra i due Ordini”.
Avvocata Barraco, perché avete ritenuto di intervenire, quindi?
“Perché pur trattandosi, come detto, di due istituzioni massoniche differenti tale presa di distanza si è resa necessaria da quanto sta succedendo perché i miei assistiti hanno l’esigenza di evitare che si faccia ‘di tutta l’erba, un fascio’. Non mettiamo in dubbio l’irreprensibilità di nessuno, ma ci è opportuno e necessario a tenere scisse le due appartenenze”.
Quale strato della società rappresenta la loggia Hypsas?
“Gli appartenenti alla loggia Hypsas sono professionisti, impiegati, appartenenti a diverse categorie professionali e sociali senza alcun principio di casta o discriminatorio e tanto meno classista. Le persone devono sposare i principi fondanti, compreso il vivere all’interno della legalità, e devono essere persone “rette e probe”, come si diceva a scuola una volta”.
In questo caso, però, si evince una sorta di permeabilità delle logge…
“Non lo posso escludere posso però garantire, limitatamente alla loggia Hypsas, non c’è permeabilità alcuna con l’apparato e il sistema mafioso. In tutto, però, può esserci una deviazione ma la mia rappresentata ritiene di essere un’associazione ‘per bene’, composta da persone ‘per bene’. Proprio per questo reagisce alla provocazione del binomio massoneria-mafia preannunciando costituzione di parti civili peraltro già deliberate e previste dallo statuto stilato nel 2019. Chi sbaglia sarà messo di fronte alle sue responsabilità. Non c’è volontà speculativa, propagandistica ma solo di tutelare i principi cardini della Massoneria perché il deviato va a inquinare tutto ciò che deviato non è, ledendo i principali fondamentali con la propria condotta. Se un associato di Hypsas o, come il dottor Tumbarello, di altra loggia, compisse reati è evidente che la base principale e i suoi principi fondamentali risulteranno lesi. Per i miei assistiti è altrettanto importante spezzare questo ignominioso binomio mafia-massoneria perché è troppo facile dire che a Castelvetrano tutte le logge sono infiltrate dal sistema mafioso solo perché ci si muove in una realtà costellata da mine vaganti”.
Avvocata, siamo nel 2023, ha ancora ragione di esistere la consorteria massonica?
“Le rispondo con una domanda ‘siamo nel 2023, che senso ha far studiare Cicerone ai ragazzi del liceo classico visto che non c’è più?’. Sono i suoi principi base che ne giustificano la presenza. Se adottassimo questa linea di pensiero, rischierebbe di venire meno la cultura umanistica che ha caratterizzato l’Italia e la sua storia. Uguaglianza, fratellanza, libertà, rispetto, solidarietà. La loggia, basandosi su questi principi, che sono ‘un modus operandi et vivendi’ tiene viva la fiamma dei principi cardini della Massoneria. Ed è proprio sulla base di questi principi che la loggia si dissocia pubblicamente dal fenomeno mafioso. Anche per questo riteniamo che l’eventuale costituzione di parte civile da parte dell’associazione contro il dottor Tumbarello sia un atto dovuto perché, pur provenendo da una loggia che fa riferimento a ordini diversi, la sua condotta, qualora sia provato il suo operato e ritenuto colpevole, ha leso i principi cardine della Massoneria, quei principi base che contraddistinguono, al di là della singola loggia e dell’ordine di appartenenza, l’essenza della Massoneria stessa, i suoi principi cardine, gli ideali che accomunano tutti gli ordini, le logge e i componenti stessi”.
Nel passato, avete fatto operazioni pubbliche che vi hanno visto schierati contro la mafia?
“Molti degli associati l’hanno fatto a livello personale, anche nelle manifestazioni pubbliche che ci sono state sul territorio. Non come associazione ma come singoli associati, perché è il nostro tessuto sociale che vive all’interno della legalità e rifugge il sistema mafioso”.
Mi può fare qualche esempio?
“Nel passato c’è stato un caso assurto agli onori della cronaca. Un ex associato è stato vittima d’intimidazioni da parte della mafia, subendo diversi attentati e ha denunciato, proprio grazie al sostegno di altri componenti della loggia, quanto gli stava succedendo. Ma non è l’unico. Altri componenti della loggia hanno subito atti intimidatori cui hanno reagito denunciando. Come dicevo, gli associati hanno, in diverse occasioni, partecipato a manifestazioni pubbliche ma, soprattutto, con la loro condotta di vita hanno dimostrato la loro distanza dalla mafia, praticando la legalità”.

