La ricerca scientifica ha fatto enormi progressi ma il primo passo deve essere fatto innanzitutto dagli uomini con la prevenzione
Invitare gli uomini a prenotare una visita urologica per la prevenzione del tumore della prostata, superando i tabù, i pregiudizi e la reticenza a farsi visitare. È questo l’obiettivo della campagna “Metti un baffo a novembre”, con riferimento all’ormai popolare simbolo – i baffi appunto – della prevenzione per il tumore alla prostata, il cancro più frequente nella popolazione maschile, con circa 36.000 nuovi casi ogni anno, pari a quasi il 20 per cento di tutti i tumori maschili.
Il cancro più frequente nella popolazione maschile, 36.000 nuovi casi ogni anno
La ricerca scientifica ha fatto enormi progressi nel trattamento e nella cura di questo tumore, ma il primo passo deve essere fatto innanzitutto dagli uomini con la prevenzione, perché un esame in più può salvare la vita favorendo una diagnosi precoce, un trattamento tempestivo e una prognosi più favorevole. Da qui la campagna di sensibilizzazione promossa da Janssen Oncology, anche quest’anno a novembre, mese dedicato alla prevenzione e cura della salute maschile, con il patrocinio di Associazione italiana oncologia medica (Aiom), Società italiana di urologia (Siu), Associazione italiana radioterapia oncologica (Airo), Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), Europa Uomo Italia Onlus e Fondazione Pro onlus.
Sono circa 564.000 gli italiani con pregressa diagnosi
“In Italia, il carcinoma della prostata è attualmente la neoplasia più frequente tra i maschi e rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partire dai 50 anni di età – spiega Marcello Scarcia, Dirigente medico I livello, incarico di alta specializzazione ‘Prostate Cancer’, ente ecclesiastico ospedale regionale F.Miulli – Sono circa 564.000 gli italiani con pregressa diagnosi di tumore della prostata, pari al 33% dei casi di tumori nel sesso maschile e nel 2020 erano stimati circa 36.000 nuovi casi, pari al 19% di tutti i tumori maschili.