Matteo Messina Denaro era solito frequentare la clinica dove è stato arrestato per sottoporsi alle cure contro il tumore al colon
L’ex superlatitante Matteo Messina Denaro, arrestato stamattina dai carabinieri del Ros a Palermo, si trovava nella clinica “La Maddalena” del capoluogo siciliano per sottoporsi a una seduta di chemioterapia.
Il capo del mandamento di Castelvetrano (Trapani) aveva già effettuato un tampone ed era in attesa di altri esami prima di sottoporsi all’accertamento. Nel 2021 Messina Denaro si era sottoposto a un’operazione chirurgica per alcune metastasi al fegato.
Il suo percorso clinico aveva avuto inizio quando gli era stato diagnosticato un cancro al colon. Si sarebbe quindi sottoposto a un’operazione all’ospedale “Abele Ajelo” di Marsala, per poi effettuare dei cicli di chemioterapia e visite per le metastasi epatiche.
Successivamente operato alla clinica “La Maddalena”, si sarebbe sottoposto a cicli di chemio una volta ogni sei mesi. Qui si era presentato sotto il falso nome di Andrea Bonafede.
Tumore al colon, come si sviluppa
Ma cos’è il tumore di cui soffriva Matteo Messina Denaro? Così come descritto dall’AIRC, “il tumore del colon-retto è un cancro che si forma nei tessuti del colon (la parte più lunga dell’intestino crasso) o del retto (la parte dell’intestino crasso più vicina all’ano)”.
“Come tutti i tumori, anche il tumore del colon-retto è una conseguenza della crescita incontrollata di cellule, in questo caso di quelle epiteliali della mucosa che riveste internamente la parte interna dell’intestino. I tumori dell’intestino nascono soprattutto nel colon e nel retto, mentre i tumori del piccolo intestino e del canale anale sono molti rari (2-3 per cento di tutti i tumori del tratto digerente)”.
“I tumori del colon sono quasi tre volte più frequenti dei tumori del retto, e si manifestano con modalità diverse sia a livello clinico sia molecolare. Questo condiziona il tipo di trattamento locale (chirurgia e/o radioterapia) e sistemico (chemioterapia, terapia biologiche e molecolari, immunoterapia), oltre alla sequenza in cui questi tipi diversi di cure vengono offerte al paziente”, sottolinea AIRC.
“La malattia, abbastanza rara prima dei 40 anni, è maggiormente diffusa in persone fra i 60 e i 75 anni, con poche distinzioni fra uomini e donne. In Italia le stime più recenti parlano di oltre 43.700 nuovi casi all’anno: circa 20.282 nelle donne e 23.420 negli uomini”.
Tumore al colon, i sintomi
Per quanto riguarda i sintomi, AIRC sottolinea che essi sono molto variabili e “spesso sovrapponibili a quelle di molte altre malattie addominali o intestinali. Per questo, sintomi precoci, vaghi e saltuari quali la stanchezza e la mancanza di appetito, e altri più gravi come l’anemia e la perdita di peso, sono spesso trascurati dal paziente, soprattutto se in giovane età. Talora una stitichezza ostinata, alternata a diarrea, può costituire un primo campanello d’allarme da non sottovalutare”.
Tumore al colon, è possibile prevenirlo?
“La prevenzione del tumore del colon-retto passa dall’intervenire sui fattori di rischio modificabili sopra elencati per ridurre la probabilità di ammalarsi, un traguardo che con un po’ di impegno tutti possono raggiungere. I consigli comprendono seguire una dieta con pochi grassi, poca carne e ricca di fibre, vegetali e frutta, mantenersi attivi, evitare sovrappeso e obesità, non fumare e in genere mantenere abitudini e comportamenti salutari”, ricorda AIRC.