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Tumori, saltati 2,5 mln di screening a causa del covid

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Tumori, saltati 2,5 mln di screening a causa del covid

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giovedì 13 Maggio 2021

4 milioni di inviti in meno nel 2020 rispetto al 2019. La pandemia ha accentuato le differenze Nord-Sud già esistenti prima del Covid-19, evidenziando una sofferenza maggiore delle Regioni meridionali.

Oltre 4 milioni di inviti e 2,5 milioni test di
screening oncologici
in meno: sono quelli accumulati a causa dell’emergenza
pandemica nel 2020 rispetto al 2019 e che si traducono in 5 mesi
di ritardo per lo screening per il tumore del collo dell’utero, in 4 mesi e
mezzo per lo screening per il tumore della mammella e 5 mesi e mezzo per il
colon retto.

Ma c’è stata anche “una grande variabilità di recupero
da parte delle singole Regioni” e “la pandemia ha accentuato le
differenze Nord-Sud già esistenti prima del Covid-19”, evidenziando
“una sofferenza maggiore delle Regioni meridionali”. È quanto emerge
dalla terza e conclusiva indagine sugli effetti della Covid sulla
prevenzione oncologica, realizzata dall’Osservatorio Nazionale Screening
(ONS), strumento tecnico a supporto del Ministero e delle Regioni,
collocato presso l’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (Ispro)
di Firenze
.

“Purtroppo non c’è stato un recupero rispetto al
ritardo accumulato, in particolare a seguito della sospensione degli inviti nel
periodo marzo-aprile 2020, anche se possiamo dire che è positivo che la
velocità con cui questo ritardo si è generato si sia ridotta”, commenta Paola
Mantellini
, che dirige l’Osservatorio Nazionale Screening. “E’
positivo che a partire dal mese di maggio e in particolare nell’ultimo
trimestre del 2020 alcune Regioni abbiano fatto sforzi imponenti per
recuperare: alcune realtà sono addirittura riuscite a erogare più test di
screening rispetto al 2019”, aggiunge Mantellini.

Tuttavia, le lesioni che potrebbero subire un ritardo
diagnostico nel 2020 sono oltre 3.300 carcinomi mammari, 2.700
lesioni cervicali, quasi 1.300 carcinomi colorettali e oltre 7.400
adenomi avanzati in meno rispetto al 2019. “Queste stime – conclude Gianni
Amunni
, direttore generale di Ispro – ci devono mantenere in allerta per
far sì che anche nel primo semestre del 2021 si recuperino rapidamente,
definitivamente e strutturalmente i ritardi”.

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