Svelare le connessioni tra invecchiamento cellulare e cancro è l’obiettivo del gruppo di ricerca coordinato da Luca Proietti De Santis, Responsabile dell’Unità di Genetica Molecolare dell’Invecchiamento del Dipartimento di Scienze Ecologiche e Biologiche dell’Università della Tuscia. I risultati più recenti dello studio, sostenuto da Fondazione Airc per la Ricerca sul Cancro, sono stati pubblicati su ‘Pnas’ e sono frutto di un’importante collaborazione con gruppi di ricerca italiani e francesi guidati, rispettivamente, da Silvia Soddu, responsabile dell’Unità Network cellulari e bersagli terapeutici molecolari dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena, e da Jean-Marc Egly, dell’Institut de Génétique et de Biologie Moléculaire et Cellulaire di Strasburgo.
I risultati hanno svelato il ruolo delle proteine Csa e Csb nella fase finale della divisione cellulare, garantendo la corretta separazione delle cellule figlie. Più precisamente i dati dimostrano che queste due proteine partecipano alla degradazione di una terza proteina, PrC1, il che dà il via al taglio del ”ponte” cellulare che teneva unite le due cellule figlie. Quando sono mutate, le due proteine danno origine alla sindrome di Cockayne, in cui vi è un invecchiamento precoce. La scoperta chiarisce il ruolo delle due proteine, che sono al crocevia tra i processi che conducono all’invecchiamento cellulare,quando esse non sono funzionanti, o alla crescita tumorale, quando invece funzionano troppo.
“La speranza – evidenziano Luca Proietti De Santis e Silvia Soddu – è che queste proteine possano rivelarsi nell’immediato futuro un valido bersaglio farmacologico per lo sviluppo di nuove terapie antitumorali”.
