Home » Inchiesta » Turismo congressuale italiano a trazione nordista mentre il Sud e le Isole restano ancora a guardare

Turismo congressuale italiano a trazione nordista mentre il Sud e le Isole restano ancora a guardare

Turismo congressuale italiano a trazione nordista mentre il Sud e le Isole restano ancora a guardare

Poco più di due milioni di presenze in Sicilia e Sardegna nel corso del 2024: appena il 4,6% del totale nazionale

Il turismo italiano si conferma come uno dei settori più vivaci dell’economia. Non soltanto per quanto riguarda i viaggi di piacere, ma anche per quello che concerne gli eventi business.

I dati dell’Osservatorio italiano dei congressi e degli eventi (Oice) evidenziano non soltanto l’aumento del numero complessivo degli appuntamenti organizzati, dei partecipanti e delle relative presenze, ma anche l’incremento degli incontri di carattere internazionale che si svolgono nel nostro Paese. Un trend che fa ben sperare per il futuro della meeting industry italiana, confermandone il ruolo sempre più centrale dell’Italia nel panorama internazionale.

Le performance del nostro Paese rappresentano, secondo gli esperti, il risultato congiunto di vari fattori: la qualità delle strutture congressuali italiane, la professionalità degli operatori del settore e la capacità delle imprese locali di cogliere nuove opportunità e competere su scala internazionale.

Secondo Oice, “nel 2024 in Italia sono stati complessivamente realizzati 367.981 eventi con un minimo di dieci partecipanti ciascuno e della durata minima di quattro ore (+8,2% rispetto al 2023), per un totale di 29.264.953 partecipanti3 (+7,8% sul 2023) – ovvero mediamente 79,5 persone per evento – e 47.213.261 presenze (+12,9% rispetto al 2023). La durata media degli eventi è risultata pari a 1,42 giorni, senza differenze significative rispetto agli anni precedenti. Gli eventi della durata superiore a un giorno hanno rappresentato il 26,9% del totale e hanno raggiunto oltre 14 milioni di partecipanti e circa 35.814.000 presenze sul territorio (+16,6% rispetto al 2023) che, sulla base dei dati rilevati da Istat, è possibile stimare abbiano rappresentato il 12,6% delle presenze riscontrate presso il totale delle strutture alberghiere nel 2024”.

Nel 2024 la meeting industry italiana ha registrato una ripresa incoraggiante

I dati rilevati confermano che nel 2024 la meeting industry italiana ha registrato una ripresa incoraggiante nonostante la presenza di alcuni fattori che avrebbero potuto frenarne lo sviluppo, come le tensioni internazionali che stanno generando instabilità, incertezza, aumento dei costi e “nell’ambito più specifico del settore dei meeting e dei congressi, l’espansione del settore del turismo leisure e l’intensificarsi della concorrenza mondiale tra gli operatori, accompagnata da ingenti investimenti nelle strutture”.

In ogni caso, “la crescita della meeting industry italiana appare rilevante soprattutto in termini di presenze generate sul territorio, che sono aumentate complessivamente del +12,9% rispetto al 2023 e che hanno ormai superato il livello pre-pandemico con riferimento alle diverse tipologie di sedi con la sola eccezione degli alberghi con sale meeting (-14,3% rispetto al 2019), delle sedi con sale fino a cinquanta posti (-17,5%), delle sedi con una capacità massima tra i cinquanta e i 99 posti (-7,8%) e di quelle con una capacità massima tra i 100 e i 249 posti (-6,6%)”.

Notevole incremento per quel che riguarda gli eventi a carattere formativo

Secondo la ricerca di Oice la domanda degli eventi di piccole dimensioni si è notevolmente contratta in seguito alla diffusione delle videoconferenze, ma al contrario vi è un incremento per quel che riguarda gli eventi a carattere formativo, in cui la partecipazione in presenza risulta essere indispensabile. “In particolare – viene evidenziato nel documento – gli alberghi con sale meeting, che nel 2024 hanno concentrato il 76,8% degli eventi totali contro il 77,8% del 2023 e l’80,9% del 2019, sono le sedi che hanno sofferto maggiormente nel periodo della pandemia e che ancora nel 2024, nonostante abbiano svolto regolarmente l’attività alberghiera, nel 10,9% dei casi non hanno ospitato meeting”.

Le differenze territoriali continuano a rappresentare un freno

Ma non è tutto oro quel che luccica, perché anche in questo settore le differenze territoriali continuano a rappresentare un freno allo sviluppo del Paese, con alcune zone d’Italia che fanno da locomotiva e altre che stentano a produrre risultati importanti. Nel Nord, infatti, si concentra il 53,2% delle sedi e il 57,7% degli eventi stimati a livello nazionale, con un aumento rispetto al 2023 pari al +5,8% (+8,9% nell’area del Nord Ovest e +2,1% in quella del Nord Est). Nel settentrione vi è anche il maggior numero di partecipanti (+9,9%), senza differenze significative tra il Nord Ovest (+10%) e il Nord Est (+9,8%). Al Centro, dove si trova il 25% delle sedi, ha ospitato il 25,3% degli eventi complessivi con un +11% nel 2024. Il numero di partecipanti ha registrato, invece, l’incremento minore in Italia (+2,5%), determinando un aumento delle presenze di ugual misura. Il Sud dispone del 13,7% delle sedi e ha ospitato il 10,8% degli eventi, registrando un incremento rispetto al 2023 del +14,6%. Sostenuto anche l’aumento del numero di presenze pari al +17,5% rispetto all’anno precedente. Il risultato peggiore è quello delle Isole, con l’8,1% delle sedi, che hanno ospitato il 6,2% degli eventi con un aumento rispetto al 2023 pari al +9,3%. L’incremento dei partecipanti (+8,4%) e delle giornate (+13,4%) superiore alla media italiana ha determinato il maggior tasso di aumento delle presenze tra i raggruppanti geografici (+18,8%). Ma in valore assoluto, visti i numeri di partenza, siamo comunque di fronte a risultati bassi.

Se dunque guardiamo alle presenze, è possibile osservare come il Nord, nel corso del 2024, ne abbia assicurate 29.834.182 (pari al 63,2% del totale), il Centro 11.611.411 (24,6%), il Sud 3.599.220 (7,6%) e le Isole 2.168.447 (4,6%).

Sono soprattutto Sud e Isole, quindi, a dover recuperare terreno

Sono soprattutto Sud e Isole, quindi, a dover recuperare terreno e a dover contribuire maggiormente all’aumento di eventi e presenze sul territorio. Anche perché le previsioni per il 2025 fanno ben sperare. Si prevede infatti, come rilevato da Oice, “un aumento del numero di eventi rispetto al 2024. Il 43% delle sedi ritiene che il fatturato complessivo riferito agli eventi e ai congressi possa crescere, mentre il 47,2% ipotizza che resti stabile. Per quanto riguarda l’andamento delle tariffe nel 2025, il 63,4% delle sedi afferma che rimarranno inalterate rispetto al 2024. Con riferimento, infine, alla variazione del numero di addetti specificamente dedicati all’attività di eventi e congressi nel 2025 rispetto all’anno precedente, il 15,7% delle sedi rispondenti prevede una crescita, a fronte dell’81,7% che ritiene che l’occupazione rimanga stabile.

Potenzialità, difficoltà e obiettivi del Palacongressi di Agrigento

AGRIGENTO – Come evidenziato anche dal rapporto Oice, la Sicilia paga un’evidente carenza infrastrutturale sul fronte della congressistica. Eppure nell’Isola esistono anche luoghi importanti che, se adeguatamente valorizzati, possono rappresentare un riferimento per gli eventi business. Tra questi c’è il Palacongressi di Agrigento, che dopo anni di difficoltà sembra essere pronto per un rilancio definitivo.

La struttura è tornata ormai a pieno regime e la sua gestione, che ricordiamo essere di proprietà della Regione siciliana, da due anni è stata affidata al Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi sotto la guida di Roberto Sciarratta. Vista la capienza globale di 1.400 posti, potrebbe essere certamente sfruttato di più dalle grandi aziende per lo sviluppo del turismo congressuale ed è proprio su questo che si vuole migliorare, anche in un’ottica di Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025.

“Il Palacongressi – spiega Roberto Sciarratta, direttore del Parco archeologico Valle dei Templi – dallo scorso anno, con tutte le certificazioni e le autorizzazioni, è utilizzabile nella sua veste di teatro, di luogo per ospitare manifestazioni e convention e spettacoli di altro genere. Rispetto alle previsioni di bilancio, abbiamo avuto più entrate, e sono state tante le iniziative che si sono svolte all’interno della struttura. È chiaro che ci sono tutte le possibilità per emergere, ma per decollare il turismo congressuale ha bisogno di offerte, che oggi mancano”.

“Questo – aggiunge – non dipende tanto da noi che gestiamo la struttura, visto che abbiamo canoni tutto sommato non eccessivi e mettiamo a disposizione tutti i servizi annessi alla struttura, ma Agrigento paga lo scotto della mancanza di un aeroporto vicino. I convegni scientifici, per esempio, non consentono di stare molti giorni fuori e sono cadenzati e ristretti, dunque la mancanza di collegamenti non favorisce un turismo congressuale. Mancano anche le strutture per accogliere più di mille persone, ma noi continuiamo a lavorare affinché la struttura possa anche essere utilizzata per accogliere gli eventi per il quale era stato costruito, ovvero meeting aziendali e convegni”.

Se da un lato dunque si cerca in tutti i modi di far diventare il Palacongressi un vero e proprio fiore all’occhiello del turismo congressuale siciliano, dall’altro la struttura rappresenta un ottimo palcoscenico teatrale, in grado di accogliere grandi compagnie e musical.

Inoltre, il Parco archeologico, con una spesa di 291.498,10 euro ha messo a disposizione alcuni locali della struttura che verranno adibiti a nuova sede della biblioteca Luigi Pirandello, che verrà consegnata alla città entro l’anno.

Irene Milisenda