Non è soltanto di meraviglie naturali e luoghi d’arte che “si nutre” l’esperienza del viaggiatore. Anzi, i dati più recenti raccolti in materia di mercato del turismo, non solo dimostrano che la curiosità di gustare nuovi sapori gioca ormai un ruolo centrale nella scelta di una meta per le vacanze, ma evidenziano anche come, da questo punto di vista, si registri una vera e propria inversione di tendenza a favore dei luoghi in cui il buon cibo è garantito.
Secondo il Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2023, infatti, i viaggi legati principalmente alla scoperta di cibi e vini hanno raggiunto quota 58%. Questo non è soltanto un dato di per sé significativo (equivale a circa 9 milioni e mezzo di viaggiatori) ma è anche indice di una vera e propria volata del turismo enogastronomico nel nostro Paese, salito così di 37 punti percentuali rispetto al 2016.
È certamente un traguardo per l’Italia, dove i prodotti alimentari rappresentano, forse più che in altri luoghi, una componente culturale di primaria importanza. Ma lo è soprattutto per la Sicilia: in base a quanto riportato dallo stesso report del 2023, l’Isola svetta infatti su tutte le altre regioni italiane, in quanto meta prediletta dal punto di vista enogastronomico, soprattutto da parte dei più giovani, totalizzando un punteggio del 46% (seguono l’Emilia-Romagna con il 44% e la Campania con il 40%).
Un ottimo posizionamento si registra anche per le singole città siciliane. Al netto dell’imbattibile Napoli che, per quanto riguarda la classifica dei centri italiani, resta saldamente ancorata al primo posto, tra le mete preferite dai viaggiatori alla ricerca di food & wine di eccellenza rimangono Palermo (al quarto posto in Italia) e Catania (al sesto posto) che, inoltre, si piazza come prima tra le città non capoluogo di Regione.
D’altra parte, la terra dei limoni e degli aranci ha molto da raccontare con i suoi prodotti che affondano le radici nella storia e nella cultura siciliana. Una regione che in tutto il suo territorio può contare su antiche tradizioni agricole, ittiche, contadine da cui hanno tratto origine prodotti tipici che attraggono visitatori da tutte le parti d’Italia e non solo. Forse è proprio la componente tradizionale e, per così dire, “casereccia” a dare una spinta in più a ciò che l’Isola ha da offrire. I turisti italiani, infatti, si dimostrano meno attratti dalle esperienze culinarie gourmet: soltanto il 16% afferma di aver dato una chance a questo tipo di cucina, un dato molto più basso rispetto ai viaggiatori degli altri paesi.
È in linea con questa tendenza, quanto emerge sul piano del consumo di prodotti alimentari realizzati alla maniera “di una volta”: come, ad esempio, il gelato artigianale, che in Sicilia, secondo un’analisi del 2023 realizzata da Coldiretti, ha vissuto un vero boom di vendite. Una crescita giustificata anche in base alla possibilità delle gelaterie dell’Isola di procurarsi materia prima a chilometro zero, generando in questo modo un impatto positivo anche per le aziende fornitrici di prodotti di prima scelta: pistacchi di Bronte, ricotta di Agrigento, pesca di Bivona, cioccolato di Modica e quant’altro. D’altra parte, la Sicilia ha giocato un ruolo fondamentale nella storia stessa del gelato. Come racconta ancora il report sul turismo enogastronomico, è a Procopio Cutò, giovane gelatiere siciliano emigrato a Parigi, che si deve la “democratizzazione” del gelato.
Palermo, al primo posto tra le siciliane, può fregiarsi dell’appellativo di “Città del gusto”. La città ha iniziato a rilevare un sensibile aumento delle visite già nel periodo compreso tra il 2019 e il 2020, con un incremento di quasi il 10% rispetto agli anni precedenti. Potendo contare su una varietà gastronomica basata su un mix di culture, il capoluogo ha recuperato terreno rispetto ai flussi precedenti alla pandemia, che ha naturalmente provocato una flessione. Tra panini con la milza, frattaglie e sfincione (noto anche nella versione del vicino centro, Bagheria), il cibo “di strada” rimane uno dei maggiori attrattori. Una ricchezza che ha consacrato Palermo come una delle capitali dello street food mondiale.
A testimoniare ulteriormente il successo della gastronomia come elemento che attira visitatori, troviamo anche le iniziative di quei centri siciliani il cui turismo punta solitamente su altre vie. Tra questi, ad esempio, Cefalù, una delle più rinomate mete dell’Isola che ha di recente scommesso sul Pizza Fest: evento che si è svolto nel segno della condivisione tra pizzaioli napoletani e cefaludesi. Da non trascurare, inoltre, la “cantina” siciliana: dai vini etnei, al Marsala, al Moscato e al Passito di Pantelleria.
I risultati ottenuti dalla Sicilia sul fronte del turismo enogastronomico non stupiscono. Un successo talmente evidente che l’Isola è Regione europea della gastronomia 2025, la prima in Italia a ottenere questo riconoscimento internazionale assegnato dall’International institute of gastronomy, culture, arts and tourism.