PALERMO – Ogni epoca della nostra storia millenaria ha il suo tratto distintivo in materia di sviluppo tecnologico. Possiamo affermare che quella nella quale siamo immersi sia inequivocabilmente l’epoca dell’intelligenza artificiale. E se essa sta già vivendo una rapida espansione, nel corso dei prossimi cinque anni ci proietteremo verso un’irreversibile compenetrazione tra l’intelligenza artificiale e i settori lavorativi più disparati, dalla sanità alla finanza, dall’educazione alla sicurezza, senza dimenticare l’industria e il commercio.
L’Ia contribuirà con 19,9 trilioni di euro all’economia mondiale entro il 2030
Secondo un rapporto di Idc, infatti, si prevede che l’Ia contribuirà con 19,9 trilioni di euro all’economia mondiale entro il 2030, rappresentando il 3,5% del Pil globale. Il mercato dell’Ia in Italia ha raggiunto 1,2 miliardi di euro, con una crescita del 58% rispetto all’anno precedente e, secondo un rapporto di Bain & Company, il mercato italiano dell’Ia potrebbe triplicare il proprio valore entro il 2027.
Uno dei mercati italiani in cui l’implementazione dell’Ia è ancora in uno stadio germinale è il settore dell’ospitalità, anche se le grandi catene alberghiere stanno iniziando a cogliere l’importanza che l’introduzione dell’Ia può rappresentare da un punto di vista economico, strategico e sotto il profilo del potenziamento dei servizi. Secondo una ricerca effettuata da Eurispes, le aziende del settore turistico che hanno introdotto l’Ia per l’automazione delle prenotazioni e la gestione dei dati hanno generato un aumento medio del 20% nei profitti e una riduzione del 15% nei costi operativi.
Abbiamo affrontato il tema con Rosa Di Stefano, la presidente di Federalberghi Palermo, che si è espressa così circa l’implementazione dell’Ia negli alberghi siciliani. “Se non vogliamo essere schiacciati da coloro che utilizzano in modo professionale le tecniche di Ia dobbiamo approfondire le nostre conoscenze e utilizzarle a favore delle nostre Aziende e dei nostri lavoratori, che oggi potrebbero vedere nella Ia un pericolo concreto di perdere il lavoro. Come sempre accade, si ha paura di ciò che non si conosce. Per ottenere risultati concreti, tuttavia, il mondo del turismo non può lavorare da solo. In un mondo complesso, è vitale “fare sistema”, perché non possiamo sperare di avere ad esempio bravi tecnici capaci di istruire i motori di ricerca per dirottare i flussi turistici in base ad un complesso di eventi variabili nel tempo, se la Scuola, l’Università, risultano impreparate in tal senso o se i decisori politici non operano in sinergia con la Società produttiva piuttosto che navigare a vista. E si badi bene, questa transizione non accadrà domani: è già in atto e va governata. Per comprenderne l’importanza, basti pensare che il G7 Italia del 2024 ha prodotto un importante documento proprio su “Artificial intelligence and tourism”, a dimostrazione dell’enorme impatto che le nuove tecnologie hanno anche in questo settore trainante della nostra economia. Vi si legge, tra l’altro, che “il turismo è un settore complesso basato sui servizi, composto principalmente da Pmi che operano in una economia turistica globale organizzata da un numero assai minore di grandi imprese turistiche”. E questa è una considerazione cruciale per l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale nel settore turistico in generale e alberghiero in modo particolare. Il sistema alberghiero siciliano non brilla per l’implementazioni di tali sistemi, che nella maggior parte dei casi si riducono ad implementazioni software o a sparute introduzioni di sistemi robotici, che sembrano più operazioni pubblicitarie che scelte consapevoli e lungimiranti. E questo è un problema culturale”.
Ridurre i costi operativi tramite l’introduzione dell’Ia nel settore turistico
Circa la possibilità di massimizzare i profitti e ridurre i costi operativi tramite l’introduzione dell’Ia, la presidente Di Stefano ha dichiarato: “Non vi è alcun dubbio su questo. Le basti pensare che le tecniche di Ia, opportunamente istruite e utilizzate sono in grado di offrire un supporto straordinario alla ottimizzazione dei costi, sia dei normali approvvigionamenti che riguardo ai sistemi tecnologici tradizionali. Tanto per fare un esempio concreto, pensi all’impatto delle tecniche di manutenzione predittiva degli impianti, o all’uso intelligente delle risorse. E tutto ciò prescinde dalla dimensione della struttura, mentre l’utilizzo sempre più massivo ridurrà progressivamente anche i costi di accesso a tali tecnologie. Rimane l’incognita del fattore umano, che rimane centrale e critico”.
La presidente ha concluso ribadendo la centralità della componente umana nelle imprese e sottolineando il valore della corporate social responsibility. “L’uomo rimane la misura di tutte le cose, sempre. Anche se è inconsueto sentirlo dire, io credo nella responsabilità sociale dell’impresa, nell’idea che l’Azienda non è soltanto una macchina per produrre denaro, ma debba essere piuttosto una struttura di riferimento per il territorio in cui opera, una società di donne e di uomini che contribuiscono, ciascuno con le proprie capacità, al benessere dell’Azienda stessa, che reinveste le proprie risorse per crescere e migliorare l’esistenza di tutti coloro che le consentono di prosperare.”

