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Turismo lento, tempo ritrovato

Turismo lento, tempo ritrovato
turismo esperienziale

Slow Tourism: un nuovo approccio per viaggiare in modo rilassato

Si può ancora parlare di lentezza in un mondo iperconnesso, dove il tempo reale sembra la misura della quotidianità? Eppure ripensando a Lamberto Maffei con il suo “Elogio della lentezza”, e ricordando poi la lumaca di Luis Sepùlveda nella sua “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”, pare si possa ancora parlare di tempo ritrovato con un turismo lento. Sul sito legambienteturismo.it si legge che: “Lo Slow Tourism, che letteralmente significa “turismo lento”, è un nuovo modo di viaggiare sempre più diffuso che nasce in risposta alla frenesia che caratterizza le nostre vite quotidiane e che non ci permette di rilassarci e prenderci un po’ di tempo per ammirare le bellezze che ci circondano.”

Si legge sul sito della Borsa mediterranea del turismo, di cui a Napoli si terrà la 28esima edizione dal 13 al 15 marzo, a favore della crescente popolarità di questo tipo di turismo vi è la sostenibilità. “Slow tourism infatti significa anche apprezzare le particolarità di ogni posto, compreso l’ambiente e la cultura culinaria. Consumando prodotti locali e a km zero permette non solo di favorire la crescita economica locale, ma anche di salvaguardare la natura”. Quando nasce? Tutti conoscono Slow Food, organizzazione nata per combattere il fast food, fondata dallo scrittore e sociologo Carlo Petrini.

Ebbene il turismo lento è collegato alla costituzione di tale movimento culturale e gastronomico slow, “lento”. E così, in quanto lento e rispettoso dell’ambiente ama gli hotel altrettanto “lenti”, ossia lontani dal frastuono e dal rumore della città. Ama gli spostamenti a piedi, in bici (eventualmente con tratti in treno). Ma a ben pensare, come suggerito da Lonely Planet Italia, anche in mongolfiera per il classico tour della Turchia o dai Nebrodi al Parco dell’Etna in Sicilia. Oppure a dorso di un asino in Umbria, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. E perché no, in caicco, una barca a vela di origine turca con cui oggi si organizzano crociere anche all’Elba, in Croazia o in Corsica, tra le isole Pontine e le Eolie.