La Sicilia raggiunge numeri da record ma la strada verso un turismo sostenibile ed equamente diffuso è ancora lunga. Un'opportunità da non perdere? Il Pnrr.
La sfida della sostenibilità nel turismo in Sicilia passa dallo sviluppo del settore extralberghiero e sull’apertura di nuove rotte e destinazioni. In un settore in cui si parla di “crisi di crescita” con le conseguenze come la gentrificazione, destinazioni sovraffollate e perdita di identità e città la risposta può venire sfruttando i percorsi meno battuti.
In questo settore ci sono i più ampi margini di crescita anche per la Sicilia che ha raggiunto il record di 14,7 milioni di notti vendute nel corso del 2022 , (10,6 negli alberghi e 4,1 nell’extralberghiero) e che si appresta a superare i 15 mln nel 2023 che va a concludersi. Ma l’offerta è ancora troppo concentrata se è vero che la metà dei posti letto disponibili che sono in 20 comuni (su 391 dell’Isola).
Turismo in Sicilia, l’opportunità offerta da Pnrr
Una mano può venire dal Pnrr che promuove i sistemi turistici e l’integrazione delle attività economiche dirette alle comunità locali ospitanti, con particolare attenzione ai territori che attualmente non attraggono una domanda turistica, nonostante la presenza di attrattori e flussi di visitatori. Sono i dati che vengono dalla ricerca dell’Otie redatta per conto della Confesercenti presentata nel corso della Borsa del turismo extralberghiero a Palermo.
Secondo lo studio la sfida della sostenibilità si basa riducendo la concentrazione temporale e spaziale dell’offerta e della domanda dei territori. “Negli ultimi anni, si è osservata una maggiore concentrazione di risorse e infrastrutture turistiche in alcune destinazioni, mentre altre aree, nonostante dispongano di potenziali attrattive, rimangono marginali e lontane dai mercati. Solo alcune regioni riescono a raggiungere un buon equilibrio tra la dotazione dell’offerta e la concentrazione della domanda turistica. In particolare, le isole e le regioni del Sud Italia presentano una dotazione ridotta e una conseguente minore concentrazione della domanda turistica”, si legge nella ricerca.
La composizione dell’offerta: in maggioranza extralberghiera
Nel 2022, in Sicilia, sono presenti 8.202 attività che offrono servizi di ospitalità, suddivise tra strutture alberghiere (1.333) ed extra-alberghiere (6.869). Ogni giorno, tenendo conto anche delle strutture stagionali, vengono offerti 215.420 posti letto per un totale di 84.261 camere. Le strutture alberghiere forniscono 123.618 camere al giorno, mentre si stima che le strutture extra-alberghiere offrano 91.802 camere al giorno. Questi dati confermano che la struttura ospitale della Sicilia e dei suoi arcipelaghi si basa principalmente su strutture extra-alberghiere. In media, per ogni struttura alberghiera, ci sono sette strutture extra alberghiere, fatta eccezione per Trapani e Messina, dove il rapporto di composizione è di quattro e tre rispettivamente.
Gli arrivi
Il numero complessivo degli arrivi nelle strutture di ospitalità in Sicilia nel 2022 è stato pari a 4.888.423. Sebbene la maggioranza dei turisti abbia scelto gli alberghi come opzione di alloggio, 1.310.841 ha optato per gli esercizi extra-alberghieri, un milione dei quali in b&b. Nel 2022, il settore del turismo in Sicilia ha raggiunto un traguardo significativo, con un totale di 14.783.156 notti vendute, di cui 10.671.261 negli alberghi e 4.111.895 negli esercizi extra-alberghieri. I dati mostrano un notevole aumento delle presenze negli esercizi extra-alberghieri a Trapani, Palermo e Messina, quest’ultima registrando il tasso di crescita più elevato nel decennio. Catania ha avuto un picco nel 2016, seguito da un lieve declino negli anni successivi, mentre Siracusa ha mostrato una crescita costante, con un notevole aumento nel 2022.
Turismo in Sicilia, concentrazione massima in 5 province
Dall’analisi condotta a livello sub-regionale, si nota che 5 province su 9 dispongono di oltre il 70% delle strutture di ospitalità, con Messina in testa, seguita da Palermo e Catania quasi a pari merito, assieme a Trapani e Siracusa. Con circa 800 strutture a Ragusa e Agrigento, le ultime due province interne dell’isola, Enna e Caltanissetta, dispongono di circa 200 strutture ciascuna.
Messina, Palermo, Catania e Trapani vantano il maggior numero di posti letto, rappresentando insieme più della metà del totale regionale. Riuscire ad allargare questo ventaglio vuole dire vincere la sfida. E in particolare in Sicilia ci sono 46 amministrazioni comunali su 391 che non dispongono di alcun tipo di struttura ricettiva, né alberghiera né extra-alberghiera. Vi sono anche 56 amministrazioni comunali prive di strutture extra-alberghiere e altre 49 che ne dispongono di una sola. Inoltre, quasi la metà dei comuni siciliani dispone di meno di cinque strutture ricettive extra-alberghiere. Il 60% dell’offerta turistica extra-alberghiera e il 50% dei posti letto complessivi della regione si concentrano in 20 comuni su 391.
In Sicilia 288 milioni per il turismo, ma occhio alla sostenibilità
Il Pnnr e le sue politiche volte a promuovere i sistemi turistici e l’interazione delle attività economiche dirette con le località ospitati può essere una mano d’aiuto. Attualmente sono sono 288 i milioni in arrivo in Sicilia tra Pnrr e altre risorse destinate al settore cultura e turismo che finanziano un totale di 833 progetti. Al primo posto ci sono i 156 della provincia di Palermo per 28 milioni, 145 a Messina per 25 milioni, 98 ad Agrigento per 8,9 milioni e 50 Catania per 25,3 milioni.
“La Sicilia e i suoi arcipelaghi stanno adottando un modello turistico sempre più incentrato sulla microimpresa e sull’ospitalità diffusa, strutturato in reti”, nota lo studio, “le aree interne rappresentano una sfida significativa per la Sicilia e per tutte le regioni italiane. In questo contesto, la logica di programmazione e di coordinamento diventa una fase essenziale per rendere efficace l’azione del PNRR. Le azioni di sviluppo regionale e subregionale dovrebbero adottare modelli di sviluppo basati sull’autenticità, sulla cultura locale e sull’importante ruolo delle comunità ospitanti, favorendo una solida
organizzazione”.