Parla Paolo Croce, ex direttore dell’Ufficio regionale dissesto che ha lasciato l’incarico lo scorso 10 maggio per correre a Messina
“Negli ultimi anni abbiamo fatto alla Regione un estenuante lavoro contro il dissesto costiero. Oggettivamente con questo governo è stato fatto tantissimo contro questo fenomeno molto preoccupante”. Lo dice Maurizio Croce, sino allo scorso 10 maggio direttore dell’ufficio regionale contro il dissesto idrogeologico. Oggi invece Croce è dimissionario perché è candidato per le comunali di Messina, ma resta uno dei massimi conoscitori sul campo dei fenomeni, e ha lavorato per molti anni in diretto contatto col commissario governativo per il dissesto delle coste che è il governatore Nello Musumeci.
“Abbiamo avviato – spiega – alcuni lavori e tra i più importanti c’è quello per il ripascimento della costa di Eracla Minoa il cui cantiere è già operativo, anche se in questo momento è fermo per una autorizzazione ambientale che riguarda la prescrizione di stop ai lavori nei mesi di maggio e giugno per consentire alle tartarughe Caretta Caretta di depositare le uova sul litorale. Per il resto ci sono molti altri progetti alcuni in corso di definizione”.
Le spiagge ridotte a causa dell’erosione dei mari sono innumerevoli. Ma perché dall’allarme lanciato dalle amministrazioni locali all’avvio dei cantieri passano così tanti anni?
“Il problema delle lungaggini per gli interventi marini dipende dal fato che questi sono progetti che devono andare per legge al vaglio della ‘Via’, la valutazione ambientale. Mentre sulla terraferma questa procedura è molto più veloce. Ora questa valutazione non è velocissima. Normalmente tra un cantiere a terra e uno a mare la differenza di tempi è più p meno di un anno”.
Tra le coste della Sicilia soggette a evidenti erosioni ci sono le Eolie. La spiaggia di Pollara del film Il Postino è letteralmente sparita…
“L’ho vista. Il sindaco di Malfa me l’aveva attenzionata. Il sindaco del paesino sta redigendo un progetto che dovrebbe essere sottoposto alla richiesta di finanziamento”.
Nella frazione di Lipari di Acquacalda le violente mareggiate da nord ormai mettono a rischio anche le case.
“C’è un progetto in itinere, ma anche in questo caso la procedura ambientale è molto lenta”.
Butera e la foce dell’oasi del Simeto sono in stato di allarme…
“Su Butera c’è un progetto molto ampio che riguarda tutta la fascia del Nisseno. Quando abbiamo fatto la programmazione del Patto per il Sud nel 2016 il dissesto idrogeologico a 360 gradi ha avuto un finanziamento di 590 milioni, 120 dei quali sono andati solo per interventi di erosione delle coste. Una buona parte sono stati spesi e l’altra parte sono in itinere. Anche per l’oasi del Simeto c’è allo studio un intervento. Inoltre ci sono in dirittura d’arrivo un paio di progetti sulla costa messinese del Tirreno e inoltre c’è un importante ‘contratto di costa’ che va da Tusa sino a Patti, mirato all’erosione delle coste del Tirreno che vale 40 milioni. Si tratta del primo ‘contratto di costa’ stipulato in Italia che ingloba tutti i progetti delle varie amministrazioni. In questo modo si farà un lavoro omogeneo”.
Il professore geologo Carmelo Monaco denuncia che una delle cause dell’erosione delle coste dipende dal mancato arrivo sino a mare deli detriti portati dai torrenti. Cosa si può fare?
“Questo è il problema principale. Poi ci sono alcune costruzioni di porti e porticcioli non perfettamente idonei. Si è fatto tanto per riproporre interventi di pulizia degli alvei e di revisione di alcuni porti. Ma ci vuole tempo. Inoltre l’ostruzione degli alvei talvolta non arriva neanche alla foce perché le aste sono ostruite dalla mancata manutenzione. La verità è che bisognerebbe fare un piano Marshall su tutte le aste fluviali per ripulirle in maniera puntuale e poi bisognerebbe infrastrutturare in mare un po’ di meno, o comunque realizzare con studi fatti bene”.