Nella bozza del decreto legge lunedì in Consiglio dei ministri, soglie di punibilità più basse e aumento delle pene fino a otto anni di reclusione. E con la stretta, il rischio di finire in carcere diventa più concreto. Tutte le pene
Arriva nel decreto fiscale la stretta sui grandi evasori. Ovvero soglie di punibilità più basse e aumento delle pene fino a otto anni. E se è vero che l’attuale disciplina prevede già il carcere per i grandi evasori, con il giro di vite in arrivo il rischio di finire in manette diventa più concreto.
Fonti di governo assicurano che le misure per contrastare l’evasione fiscale lunedì saranno sul tavolo del Cdm: “certo che le inseriremo”, ha confermato la viceministro dell’Economia Laura Castelli.
Le pene sono aumentate fino a otto anni mentre le soglie di punibilità, ovvero il tetto di evasione oltre il quale si rischia di finire in prigione, scendono fino a cinquantamila euro per omesso versamento di ritenute dovute o certificate, mentre passano da centocinquanta a centomila per il reato di dichiarazione infedele.
“Attraverso l’aumento dei limiti edittali e la riduzione delle soglie di punibilità attualmente vigenti – si legge nella bozza, dove viene confermata la confisca dei beni per gli evasori – si propone il rafforzamento complessivo del sistema delineato dal decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, ampliando gli strumenti penali di repressione dei fenomeni di evasione delle imposte dirette e sul valore aggiunto”.
Nella bozza, ad esempio, la pena per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni esistenti passa da un minimo di un anno e sei mesi a un massimo di sei anni, attualmente in vigore, a un minimo di quattro anni e a un massimo di otto; la dichiarazione infedele, finora punita da uno a tre anni verrà punita da due a cinque anni, mentre l’omessa dichiarazione passa da una pena che va da un anno e sei mesi a quattro anni attualmente fissato a una pena detentiva da due a sei anni.
Pene severissime anche per occultamento o distruzioni contabili di documento, con un innalzamento che va da un anno e sei mesi a sei anni attualmente vigente a un minimo di tre e a un massimo di sette. Per l’omesso versamento di ritenute dovute o certificate e il reato di omesso versamento di Iva scendono le soglie di punibilità, nel primo caso passando dagli attuali centocinquantamila a cinquantamila, nel secondo da duecentocinquantamila a centomila.
Nel decreto, inoltre, l’inasprimento della lotta all’evasione e alle frodi sull’Iva e sulle accise con il “potenziamento di verifica e controlli”, a partire dai prodotti petroliferi; alla lotteria degli scontrini su cui non si pagheranno tasse.
Ma anche l’ampliamento del contrasto alle frodi Iva sulle auto oltre all’estensione ai casi di condanna o patteggiamento per i delitti in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto dell’istituto della confisca penale ‘per sproporzione’, cioè la confisca obbligatoria dei beni di cui il condannato non può giustificare la legittima provenienza e di cui risulta essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo in valore sproporzionato al proprio reddito.
Tra le misure contenute nel decreto anche interventi per consentire alla Guardia di finanza di usare i dati delle fatture elettroniche non solo per verifiche e controlli fiscali ma anche per poter “utilizzare tale importante patrimonio informativo per tutte le funzioni istituzionali di polizia economico-finanziaria potenziando l’attività di contrasto di qualunque forma di illegalità”.
In arrivo poi disposizioni in materia di giochi con l’arrivo dell’agente sotto copertura mentre sarebbe ancora in bilico, la norma che prevede un premio per l’esercente del pagamento elettronico.