Ucraina, ancora benzina sul fuoco - QdS

Ucraina, ancora benzina sul fuoco

Ucraina, ancora benzina sul fuoco

venerdì 27 Gennaio 2023

Guerra, pacchia per le industrie

Il nostro presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è andata in Algeria per la firma di cinque importanti accordi di vario tipo. La sua strategia di mettere al centro del Mediterraneo il nostro Paese è ambiziosa e viene messa in atto.
La Meloni non ha avuto nessuna preoccupazione a interloquire con un Paese ove vige la dittatura, esattamente come in Russia, perché la realpolitik deve sempre occuparsi dei fatti concreti e non di false ideologie.

Se lo stesso buonsenso fosse adoperato nella guerra russo-ucraina, le cose andrebbero diversamente e cioè ci sarebbe la firma di un armistizio e la fine onorevole per i due contendenti, in modo da procedere di gran lena alla ricostruzione dell’Ucraina, semidistrutta per metà del proprio territorio.
E invece, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, rilascia interviste bellicose, quasi fremendo e soffrendo per il fatto che la sua Organizzazione non può intervenire in questa maledetta guerra.

I guerrafondai sono quelli che rovinano il mondo perché succubi di interessi degli industriali delle armi, che devono aumentare i loro fatturati e profitti. Ma che a un Tizio che per mestiere si occupa di armi, non facciano da contraltare i Numeri Uno delle varie nazioni – che alimentano la guerra anziché cercare la pace – è un oltraggio al buonsenso.
La guerra è una pacchia per le industrie delle armi. Ecco perché va combattuta con le armi del buonsenso e della pace, non con quelle che tuonano.

Di fatto, gli Stati Uniti stanno combattendo contro la Russia mediante il “Poverello” di Kiev. Non vogliamo immaginare quali siano gli interessi retrostanti, anche se lo scoppio della corruzione negli alti piani dei palazzi ucraini è un sintomo di come anche là vi siano gli approfittatori di questa situazione, per guadagnare enormi somme, danneggiando l’indifesa popolazione.

La stampa omologata ha parlato poco di questo scandalo che ha colpito il governo ucraino. Se fosse successo in un altra parte del mondo, telegiornali e quotidiani avrebbero fatto reportage per giorni e giorni.

Nel 1991, gli Usa fecero guerra al dittatore dell’Iraq, Saddam Hussein, invadendo quel territorio dal Kuwait e facendo avanzare le truppe verso nord. La ragione di quella guerra era che Saddam fosse un mascalzone, uccideva e strangolava questo e quello. Forse tutto vero, ma una menzogna fu l’accusa che gli Usa gli mossero anche nel 2003 dicendo che disponeva di armi di distruzione di massa.
Saddam fu abbattuto, ma in quel Paese non tornò la Democrazia; almeno, non ci risulta che vi siano libere elezioni. L’operazione ha quindi avuto lo scopo di togliere Saddam – che non rispettava gli ordini degli Usa – per mettere al suo posto Abdul Latif Rashid, che invece li rispetta.

È il solito gioco delle parti, che tendono a ingannare l’opinione pubblica, beona sulle vere vicende, le quali invece vengono tenute nascoste.
Intendiamoci, noi siamo ferventi ammiratori della democrazia statunitense, la prima del mondo (nata nel 1789) ma non possiamo tacere sulle sue deviazioni.

Biden ha dato il placet all’invio in Ucraina dei carri armati Abrams, cui è seguita l’approvazione del presidente tedesco, Olaf Scholz, per l’invio dei propri carri armati Leopard 2.
Cosa pensano i due Capi di stato? Che Putin – che ha tutte le colpe di questo mondo – non attiverà contromosse per neutralizzare tali carri armati? Si tratta di un’escalation pericolosissima.

Mentre si possono comprendere le vere ragioni del presidente statunitense, non si comprendono quelle del presidente tedesco, a meno che non si pensi che egli, sentendosi sicuro sul piano energetico e con l’economia del proprio Paese che funziona, se ne infischia della debolezza dei suoi consoci europei, fra cui l’Italia.

Nessuno ascolta le accorate e ripetute esortazioni di Papa Francesco, il quale si è detto disponibile ad aprire una stanza in cui invitare i due contendenti, per tentare di stendere il testo della pace. Sembra che ancora gli interessi dei guerrafondai siano così forti da annullare quelli delle persone di buonsenso, che non possiedono gli stessi media per creare un’onda di protesta da parte dell’opinione pubblica euro-americana.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017