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Ucraina, Conte su Trump spiazza ‘campo largo’, Pd: Italia stia con Ue

Ucraina, Conte su Trump spiazza ‘campo largo’, Pd: Italia stia con Ue

Bonelli: “Non condivido il leader M5s, ma no al riarmo europeo”

Roma, 10 dic. (askanews) – Le parole di Giuseppe Conte sull’Ucraina spiazzano il ‘campo largo’, se il leader M5s torna a criticare la linea dell’Europa e invita a lasciare l’iniziativa negoziale agli Usa (“L’unico processo negoziale in campo è quello proposto da loro”), il Pd sottolinea che al netto dell’inerzia degli ultimi anni oggi l’Europa si muove ed è lì che l’Italia deve stare. Ma le parole dell’ex premier vengono criticate anche da Riccardo Magi di ‘Più Europa’ e persino Angelo Bonelli di Avs dice di non condividere, sia pure aggiungendo che la risposta dell’Ue non può essere il riarmo.

Tutto nasce dalle dichiarazioni di Conte della mattinata. In parte il leader 5 stelle ha ribadito il giudizio che esprime da anni: “Il governo italiano, insieme ai governi europei, hanno fallito puntando sulla scommessa militare della vittoria dell’Ucraina sulla Russia a colpi di invii di armi e di spese militari”. Poi però, parlando della situazione attuale, ha aggiunto: “Io prendo atto: l’Europa è completamente disorientata, non si è capito qual è la linea. Purtroppo avevano solo una linea, questa è la realtà: la vittoria militare sulla Russia, hanno scommesso su questo, adesso non c’è nessuna alternativa. Quindi lasciamo che a condurre il negoziato siano gli Stati Uniti e cerchiamo in qualche modo…”.

E’ l’ultima frase quella che fa sobbalzare gli alleati, a cominciare dal Pd. Giorgio Gori commenta sarcastico: “Ma sì, lasciamo che sia Trump a condurre il negoziato e noi stiamo fuori. Facciamo anzi che siano i russi a fissare direttamente le condizioni”. Filippo Sensi usa un registro simile: “Ho letto una nota su Europa, Trump e Ucraina che pensavo fosse di Vannacci o Borghi. Sbagliavo”. Ma anche un dirigente della sinistra sbarra gli occhi quando gli viene letta la frase di Conte.

La posizione ufficiale del partito la espone Peppe Provenzano, responsabile esteri nella segreteria Pd che non cita Conte, ma dice parole chiare: “Trump e Putin – premette – non si stanno mettendo d’accordo sulla fine della guerra, che vogliamo tutti, e per primi gli ucraini, ma sulla fine dell’ordine internazionale basato sulle regole”. Dopodiché, aggiunge, “è mancata un’iniziativa diplomatica? Noi la chiediamo da anni. Ma oggi è l’Europa che sta ponendo ai tavoli negoziali le ragioni dell’aggredito e del diritto internazionale. E l’Italia è lì che deve stare per una pace giusta e duratura”.

Provenzano poi chiama in causa Giorgia Meloni: “Passa il tempo a dire a ucraini ed europei di non rompere con Trump. Dovrebbe dire a Trump di non abbandonare l’Ucraina e non rompere con l’Europa”.

Matteo Renzi, invece, si posiziona a metà strada tra il Pd e M5s: “Il problema dell’Europa non è a Washington, ma a Bruxelles. Se vogliamo bene all’Europa oggi la sfida non è banalmente attaccare Trump come tutti ma cambiare Bruxelles fino in fondo. Se l’Europa non cambia, muore”.

Conte a fine giornata torna sulla questione, prendendosela con “alcune anime belle” che “si meravigliano delle mie dichiarazioni di oggi. Mi sono limitato a fotografare con rammarico quella che è la disastrosa situazione attuale”. E la situazione è che “oggi l’unico processo negoziale in campo è quello proposto da loro (dagli Usa, ndr), che piaccia o no. I farisei che hanno da ridire se hanno soluzioni alternative si facciano avanti e la smettano con le chiacchiere”.

Posizioni che non sarà facile comporre la prossima settimana, quando si presentaranno le risoluzioni per il dibattito parlamentare in vista del Consiglio europeo.