Il realismo deve prevalere
Zelensky non si accorge che, giorno dopo giorno, viene messo all’angolo dagli eventi. Non se ne accorge perché probabilmente le sue capacità cognitive non glielo consentono.
Se avesse avuto buonsenso fin dal 24 febbraio 2022, avrebbe capito che questa guerra avrebbe danneggiato in maniera gravissima il Popolo che l’aveva eletto e, quindi, anziché prendere la strada di una risposta all’invasione, con una difesa impossibile, avrebbe cercato di raggiungere un punto di intesa e chiudere subito la questione.
Ormai è troppo tardi e via via vengono meno anche gli aiuti finanziari dagli Stati Uniti e dall’Unione europea. Infatti, il presidente statunitense, Joe Biden, ha avuto bloccati dal Congresso circa sessanta miliardi, per cui non ha potuto inviare le armi indispensabili alla difesa del fronte.
L’Unione europea, a parole solidale, comincia a trovare resistenze nelle popolazioni dei singoli Paesi che ne fanno parte, per cui ha dovuto rallentare l’invio dei finanziamenti.
è ovvio che senza soldi non si possono comprare le armi e senza armi non vi è guerra che possa esistere.
Nonostante questo quadro negativo, Zelensky persegue nella sua azione velleitaria di contrastare un esercito che ha forze di gran lunga superiori al suo, per cui la soccombenza è dietro l’angolo.
Il retrocedere dell’esercito e degli aiuti dovrebbe costringere il presidente ucraino a invertire la sua azione, ma così non sembra poiché egli continua ad andare ciecamente in avanti e, per farlo, ha dovuto defenestrare ben nove dei suoi collaboratori più fedeli sol perché gli consigliavano la strada del buonsenso.
Non si capisce per quale ragione Zelensky voglia il disastro totale dopo quello parziale che vede distrutta mezza Ucraina e con essa una popolazione che vive ormai in maniera quasi disumana, senza servizi, energia, acqua e con una paura costante.
Qui non si tratta più di guardare a una guerra per vincerla o perderla, ma di guardare a una popolazione che si trova in gravissima sofferenza e che al più presto deve tentare di tornare alla normalità, facendo cessare i bombardamenti e i danni conseguenti ai numerosi missili che ogni giorno piovono su quel territorio.
L’Unione europea è presa dalle elezioni che si terranno dal 6 al 9 giugno, per cui non si occupa più di quanto sta accadendo in quel Paese.
Sono state accantonate peraltro quelle due iniziative del tutto farlocche riguardanti la candidatura dell’Ucraina per l’ingresso nell’Ue e, seconda, la candidatura per l’ingresso nella Nato. Si trattava di due questioni irrealistiche, che proprio per questo sono state accantonate, forse definitivamente.
Si aggiunga al quadro descritto che il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nel corso dei festeggiamenti del settantacinquesimo anno dalla fondazione della stessa (1949), ha detto a chiare lettere che la Nato non entrerà mai in guerra contro la Russia, né invierà le sue truppe in Ucraina.
Le ragioni sono del tutto evidenti, perché non c’è ancora – per fortuna – nessun folle che vuole scatenare la guerra nucleare, che distruggerebbe tutto il mondo, senza vinti né vincitori.
Senza soldi, armi o appoggi formali, Zelensky è perduto. Se avesse buonsenso, dovrebbe prenderne atto e anziché spararle grosse, come usa fare, del tipo: “Vinceremo la guerra”, dovrebbe rimettere la questione al suo Popolo, magari con un referendum, per chiedergli se desidera continuare o meno questa guerra o accontentarsi di una pace onorevole, che comporta comunque la cessione di una parte del territorio, peraltro già conquistata dalla Russia.
La realtà è più dura di qualunque velleità, mentre il Nostro è un campione di velleitarismo, che però non lo salverà dalla caduta precipitosa che avverrà prima o dopo perché i fatti vincono sempre rispetto alle parole o agli slogan.
Il realismo portò alla pace di Yalta del 4 febbraio 1945, quando Occidente e Oriente di quell’epoca si ripartirono le spoglie della Germania e dei paesi satelliti.
Il realismo impone oggi l’urgente fine di un’inutile guerra, che ha fortemente danneggiato anche le economie dell’Unione europea e soprattutto quella italiana.
Purtroppo è un burattino manovrato
dagli USA per i propri interessi.
Poveri Ucraini mandati allo sbaraglio
come carne da macello.
Questa è una guerra per procura
innescata dagli.americani con il solo
scopo di allontanare k’Europa dalla Russia. Operazione perfettamente
riuscita