Ue: “Italia, debito non cala ma migliora lotta a evasione” - QdS

Ue: “Italia, debito non cala ma migliora lotta a evasione”

redazione

Ue: “Italia, debito non cala ma migliora lotta a evasione”

giovedì 27 Febbraio 2020

La Commissione europea: progressi in politiche attive lavoro, male su pensioni

di Chiara Greco

Bruxelles – Secondo il rapporto che la Commissione Ue ha pubblicato ieri, in merito al quadro del “pacchetto d’inverno del semestre europeo”, l’Italia insieme alla Grecia e a Cipro, è ancora uno dei tre Stati membri in situazione di “squilibro macroeconomico eccessivo”, a causa del suo debito elevato e ancora in aumento.
“In Italia il rapporto debito pubblico/Pil è ancora in aumento, sebbene – riconosce la Commissione – i piani del governo stiano diventando più compatibili con una riduzione del debito”.

L’Italia ha fatto “progressi sostanziali” nella lotta contro l’evasione fiscale, “specialmente riguardo all’omessa fatturazione”, in particolare attraverso “l’uso obbligatorio dei pagamenti elettronici” e “l’introduzione di soglie giuridicamente obbligatorie più basse per i pagamenti in contanti”.
La Commissione nota anche “qualche progresso nell’assicurare che le politiche attive del lavoro e le politiche sociali siano efficacemente integrate e riguardino in particolare i giovani e i gruppi vulnerabili”. Un riferimento evidente al reddito di cittadinanza.

Non sono stati fatti progressi, invece, secondo l’Esecutivo Ue, “nell’assicurare che siano attuate pienamente le passate riforme delle pensioni, per ridurre la quota di spesa pubblica destinata alle pensioni di anzianità, e che siano creati margini per altre spese sociali e con effetto sulla crescita”. Il riferimento, in questo caso, è chiaramente a “quota 100”, vista come una marcia indietro rispetto alle riforme pensionistiche precedenti.
Nessun progresso infine, conclude la Commissione, neanche per correggere “le restrizioni alla concorrenza nei settori delle vendite al dettaglio e della consulenza d’affari”, dove ci vorrebbe una “legge annuale della concorrenza”.

Oltre a Italia, Grecia e Cipro, altri nove Stati membri presentano situazioni economiche complesse, definite però, dalla stessa commissione non ancora “preoccupanti”: Germania, Irlanda, Spagna, Olanda, Francia, Croazia, Portogallo, Romania e Svezia; elenco di cui non fa più parte da quest’anno, la Bulgaria, in quanto sono stati registrati progressi sufficienti in termini di risultati economici.

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