L’Unione europea è riuscita a compiere una missione impossibile: far accordare Usa e Russia. E nonostante abbia fatto di tutto per isolare l’autocrate Putin, è riuscita, invece, a isolarsi.
I responsabili della Commissione europea non hanno capito fin dall’inizio che un anno fa il vento che soffiava sul globo aveva cambiato direzione e hanno seguito una strada che ha portato al suicidio.
Trump si conosceva già da quando fu eletto quarantacinquesimo presidente degli Usa: si conoscevano le sue idee e i suoi comportamenti. Quando fu eletto quarantasettesimo presidente degli Usa, il 5 novembre del 2024, codesti responsabili (o irresponsabili) della Commissione avrebbero dovuto avvertire subito che la situazione stava cambiando, esattamente dal momento in cui è scoppiata la dannata guerra russo-ucraina. Ma, invece di usare il radar, hanno continuato in una direzione miope, che sta portando a tragici effetti.
Quali sono questi effetti? La semidistruzione dell’Ucraina e la situazione drammatica in cui si trova quella popolazione.
I miopi europei pensavano che Trump avrebbe continuato a sostenere gli armamenti ucraini e a finanziare quell’insana guerra, di cui, senza mezzi termini, la responsabilità è di Putin. Ma qui non si celebra un processo, bensì si prende atto di una situazione con senso della realtà, per cui l’obiettivo teorico di una pace giusta era ed è irraggiungibile.
Questo avrebbero dovuto vedere i responsabili della Commissione europea. Altro che la velleitaria iniziativa del presidente francese, Emmanuel Macron, il quale ha inventato i “volenterosi”, o quella di inviare un finanziamento all’Ucraina di centoquaranta miliardi utilizzando a garanzia i beni congelati russi, iniziativa contro cui ha energicamente dato una risposta negativa la Banca centrale europea, dichiarando che tale operazione è contraria ai Trattati.
Cosa pensavano i cosiddetti miopi? Che sarebbe stato sufficiente il supporto finanziario e in armamenti dell’Ue per fronteggiare l’armata russa? Il rapporto di forza in campo è tutto a vantaggio di una parte, mentre la difesa ucraina continua a indebolirsi.
Cosicché, questi miopi, subito dopo l’invasione russa, avrebbero potuto spingere Zelensky a firmare una pace onorevole, quando il territorio conquistato era del dieci per cento. Ora si ritrovano con un territorio conquistato al venti per cento e con una posizione russa molto più forte, in quanto si dice coincidente con la visione di Trump.
Quest’ultimo ha dichiarato senza mezzi termini che quella non è la sua guerra e che gli Stati Uniti non intendono più investire soldi, mezzi tecnici e intelligence per sostenere una causa persa.
Dispiace tutto questo perché comunque la democrazia ucraina si è indebolita ulteriormente e la popolazione si è resa conto, dopo essere stata martoriata in questi quasi quattro anni, che non vi è altra via d’uscita se non quella di firmare la pace, qualunque essa sia e il prima possibile, senza inseguire quella denominazione velleitaria di pace giusta.
Insomma, il realismo, come accade sempre, prende il sopravvento su idee e ideologie di tanta gente che vive fuori dal mondo e che sta comodamente nelle proprie case e nei propri uffici senza subire i patemi di chi sta nei rifugi, bombardati continuamente.
L’unica via, dunque, è quella di firmare il prima possibile la pace per mettere fine a questa insana situazione, la cui responsabilità, lo ripetiamo, è di Putin, che non ha mai nascosto quali erano i suoi intendimenti.
Fa sorridere (se non piangere) la posizione di chi dice che l’Ue dovrebbe fare un attacco cibernetico preventivo nei confronti della Russia. Ma dove vive chi spara queste idee? Costui o costei non si rende conto che l’Unione europea non è un’unione, ma l’insieme di ventisette Stati che hanno idee e proposizioni diverse, con alcuni di essi che addirittura hanno idee e proposizioni opposte, come quelle dell’ungherese Viktor Orban.
Con amarezza scriviamo queste note, che non sono diverse da quelle che abbiamo scritto in tutti questi quasi quattro anni, non perché siamo indovini, ma perché la realtà è più forte di qualunque comportamento che non tenga conto dei fatti, nudi e crudi.

