Accordo con la Regione Siciliana per l’approvazione del piano di rientro dal disavanzo firmato a fine luglio.
La proroga per la prosecuzione delle attività del reparto di Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina non è rinnovabile né derogabile, questa è l’ultima. Lo scrivono chiaramente il Ministero della Salute e il Ministero dell’Economia nell’accordo con la Regione Siciliana per l’approvazione del piano di rientro dal disavanzo firmato a fine luglio. Nel documento viene precisato anche il reparto presente al San Vincenzo di Taormina “garantisce la piena funzionalità delle prestazioni attraverso un accordo di collaborazione tra l’ASP di Messina e l’IRCCS Bambino Gesù, mentre per l’ARNAS Civico di Palermo è stato individuato il Policlinico San Donato S.p.A. (dal 4/07/2023 per tre anni) quale partner per la realizzazione del progetto di istituzione e consolidamento della Cardiochirurgia Pediatrica presso la struttura stessa.” I Ministeri chiedono dunque di avere ulteriori informazioni sulle attività già svolte finora relativamente alla convenzione, al personale ed ai relativi costi, precisando “che la Regione non ha dato più seguito ai chiarimenti richiesti ai pareri a suo tempo trasmessi, in ultimo con prot 15P/2015”.
Alternative Papardo di Messina o Rodolico di Catania
Durante la conferenza stampa convocata ieri dall’assessorato alla Salute regionale per riferire il resoconto sulla vicenda di Cristian Trapani, deceduto presso il reparto di Cardiochirurgia pediatrica di Palermo, Salvatore Iacolino direttore alla Pianificazione Strategica dell’assessorato ha dichiarato: “Noi stiamo lavorando per garantire la coesistenza di entrambe le strutture che offrono prestazioni di qualità e siamo convinti che entrambe le sedi possano sviluppare di natura assistenziale in linea con le esigenze della comunità- ha affermato ai microfoni di Qds – Noi abbiamo chiesto una deroga per lasciare aperte entrambe le strutture, d’altronde anche il Veneto ha più o meno la nostra popolazione e due Cardiochirurgie Pediatriche, noi siamo conviti che se lo meriti anche la Sicilia”. Sono però i conti tra le due regioni ad essere profondamente diversi perché il Veneto, in quanto regione economicamente virtuosa, può muoversi in autonomia, la Sicilia invece è in debito e segue un piano di rientro, per cui il Ministero deve dare il suo parare che in questo caso sembra essere definitivamente negativo, infatti, oltre a precisare che non ci saranno ulteriori proroghe né deroghe, suggerisce anche un possibile soluzione adattando la Cardiochirurgia per adulti del Papardo di Messina o del Policlinico Rodolico di Catania, ciò per non lasciare scoperta l’utenza della zona Orientale che è il 52% del totale.
De Luca (M5S): “Perchè si dicono sempre mezze verità?”
“Anche questa volta sulla Cardiochirurgia pediatrica di Taormina tocca a me fare chiarezza, in quanto se da una parte è vera, e ci fa enorme piacere – afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca – la notizia della proroga ministeriale di un anno concessa al centro taorminese, dall’altro lato è pure vero che questa proroga pare che sarà tassativamente l’ultima, o almeno così mette nero su bianco il direttore Generale del Ministero della Salute Americo Cicchetti. Perché Schifani non lo dice? Come sempre, quando si tratta della Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina vengono dette mezze verità e non si riesce mai ad avere dal governo regionale una risposta trasparente e definitiva per il mantenimento dell’eccellenza taorminese e questo, alla fine, nuoce ai più deboli tra i deboli, i bambini che hanno bisogno di una cardiochirurgia efficiente e stabile come quella sinora garantita dal Bambino Gesù”.
“Il Ministero – continua Antonio de Luca – scrive chiaramente di una proroga dell’attività a Taormina di “12 mesi non rinnovabili e non ulteriormente derogabili”. Non mi pare un dettaglio trascurabile. Forse Schifani pensa di ottenere per quella data la deroga definitiva che permetterebbe la coesistenza delle cardiochirurgie pediatriche di Palermo e Taormina? Lo spero vivamente, ma che lo dica con chiarezza! Anche se, purtroppo, ho i miei buoni motivi per crederci poco, se il presidente Schifani dovesse decidersi a intraprendere una battaglia per il mantenimento definitivo dell’unità taorminese mi troverà certamente al suo fianco, ma visto l’atteggiamento tenuto finora nei confronti del potere romano, ci credo ben poco. È molto più credibile invece che Schifani si sia accontentato di spostare un po’ più in là il momento di dire la verità e quindi di dover affrontare le proteste che, giustamente, seguiranno”.