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Un aiuto per gli operatori sociali contro il burnout

Un aiuto per gli operatori sociali contro il burnout

Progetto triennale finanziato con fondi del Pnrr per un ammontare di oltre 125 mila euro, destinato a psicologi, assistenti sociali ed educatori del Distretto socio sanitario numero 8

CALTANISSETTA – Arriva un aiuto per gli assistenti sociali, psicologi ed educatori professionali che operano del distretto socio sanitario n. 8 di Caltanissetta per affrontare il burnout, ovvero una condizione di stress cronico e persistente associato al contesto lavorativo.

Ha preso infatti il via il progetto triennale “Rafforzamento dei servizi sociali e prevenzione del fenomeno del burnout tra gli operatori sociali” finanziato con i fondi del Pnrr per un ammontare complessivo di 125.550,00 euro. “Gli assistenti sociali e tutti gli operatori sociali – afferma l’assessore alle Politiche sociali, Ermanno Pasqualino – si confrontano con circostanze gravose e decisamente complesse, sottoponendosi quotidianamente a un carico eccessivo di stress che deriva dalla peculiarità della propria professione e da situazioni ai limiti dell’emergenza. È doveroso offrire loro un supporto costante, per preservare prima di tutto la persona, affinché possano anche continuare a svolgere in modo sereno e consapevole il proprio prezioso lavoro. Ringrazio il dirigente della Direzione VII, Giuseppe Intilla, oltre a tutti i dipendenti comunali che sono intervenuti con impegno, al fine di consentire l’attivazione di questo importante progetto”.

Il progetto, che sarà realizzato in collaborazione con gli esperti dell’E.Si.S di Palermo – scuola di servizio sociale, coinvolgerà 18 assistenti sociali, un educatore professionale e due psicologi del distretto socio sanitario n.8 che vede Caltanissetta come comune capofila e che che coinvolge anche Delia, Riesi, Resuttano, Santa Caterina Villarmosa e Sommatino.

La sindrome da burnout dipende dalla risposta individuale ad una situazione professionale percepita come logorante dal punto di vista psicofisico. In tale contesto, l’individuo non dispone di risorse e strategie comportamentali o cognitive adeguate a fronteggiare questa sensazione di esaurimento fisico ed emotivo. Pertanto, il lavoratore che ne è soggetto, arriva al punto di “non farcela più” e si sente completamente insoddisfatto e prostrato dalla routine quotidiana. Nel tempo il burnout può condurre ad un distacco mentale dal proprio impiego con atteggiamento di indifferenza, malevolenza e cinismo verso i destinatari dell’attività lavorativa.

L’obiettivo generale del progetto, che vedrà la scuola di Servizio sociale impegnata in 279 ore di supervisione complessive nel corso del triennio di attuazione, è quello di fornire strumenti per rafforzare il benessere individuale degli operatori, rielaborare la propria esperienza professionale e orientare il lavoro sociale in un’ottica di rete. In particolare si mirerà a rafforzare l’identità professionale individuale, a ristrutturare gli strumenti relazionali e comunicativi, a sviluppare le competenze riflessive e autoriflessive, a sviluppare le competenze inerenti la riflessione condivisa attraverso l’esperienza di gruppo, a potenziare le capacità di problem solving individuale e di gruppo.