Milano, 7 dic. (askanews) – Esce in libreria per la casa editrice Rrose Sélavy “Un Angelo in bellavista. La storia di Angelo Stoppani, il signor Peck”, volume di 130 pagine firmato da Paolo Marchi che ricostruisce il percorso umano e imprenditoriale del protagonista di una delle stagioni più significative della gastronomia italiana. Il libro, nella sezione Progetti Speciali della casa editrice di Macerata, offre un racconto che attraversa decenni di storia milanese, dal dopoguerra fino ai primi anni Duemila.
Il punto di partenza è la provincia bresciana, dove Angelo Stoppani nasce nel 1937 e inizia a lavorare giovanissimo. A tredici anni è già garzone in una salumeria e ogni giorno percorre chilometri in bicicletta per raggiungere il posto di lavoro. Il fratello Lino ha ricordato in un’intervista come in quella fase la famiglia con 7 figli vivesse grandi sacrifici, segnati da un impegno costante e da una determinazione che avrebbe poi caratterizzato anche le scelte successive, in particolare quelle del figlio maggiore. Qualche anno dopo, Angelo si trasferisce a Milano e, assieme ai fratelli Mario e Remo, apre una prima salumeria. I tre decidono di reinvestire quanto costruito nei primi anni in un progetto più ambizioso, che li porterà al centro della città.
Prima dell’arrivo degli Stoppani, Peck aveva già una storia lunga e radicata. La gastronomia era stata fondata nel 1883 in via Orefici da Francesco Peck, salumiere boemo di Praga, specializzato in salumi e carni affumicate secondo la tradizione tedesca. Nel 1890 il negozio venne ampliato e divenne fornitore ufficiale della Real Casa, mentre nel 1912 venne trasferito nell’attuale sede di via Spadari, con un ampliamento della gamma a pasta fresca, piatti pronti e ravioli. Nel 1918 Peck vendette l’attività a Eliseo Magnaghi e, negli anni successivi, il negozio divenne luogo frequentato da scrittori, attori e intellettuali. Nel 1956 passò ai fratelli Giovanni e Luigi Grazioli, figli di un salumiere di provincia e tra i primi a introdurre il modello della tavola calda milanese. Nel 1970 la gestione venne infine ceduta alla famiglia Stoppani, composta dai fratelli Remo, Angelo e Mario.
Con l’ingresso degli Stoppani inizia un lungo lavoro di trasformazione che ridisegna il profilo della gastronomia. Peck viene ampliata, organizzata su più piani e dotata di reparti specializzati, fino a diventare un punto di riferimento per l’alta borghesia milanese e per una clientela interessata a prodotti selezionati. Nel corso degli anni la struttura si arricchisce di un’enoteca con migliaia di referenze e di una proposta che guarda anche oltre i confini nazionali. Tra il 2001 e il 2007 la famiglia apre un ristorante affidato alla guida di Carlo Cracco, che contribuisce a consolidare il ruolo di entrambi (Peck e Cracco) nel panorama dell’alta cucina italiana.
Sotto la gestione degli Stoppani la gastronomia arriva a impiegare più di un centinaio di dipendenti e a sviluppare rapporti commerciali con l’estero, diventando uno degli indirizzi simbolo della città. Nel 2003 Angelo Stoppani viene insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, un riconoscimento che formalizza la sua figura di imprenditore nel settore dei generi alimentari. Il percorso alla guida dell’azienda si chiude nel 2013, quando la famiglia completa la cessione del marchio al Gruppo Marzotto, dopo oltre quarant’anni di gestione. Stoppani muore il 2 gennaio 2024 all’età di 86 anni.
Il libro di Marchi inserisce questa vicenda in un quadro più ampio, restituendo tanto la dimensione pubblica quanto quella personale di quelli che tutti conoscevano come il “signor Angelo”. Attraverso fotografie, documenti e ricette che nel tempo sono diventate iconiche, “Un Angelo in bellavista” ripercorre le tappe principali della storia, dalle origini nelle campagne bresciane ai negozi milanesi, fino alla costruzione di un marchio che ha inciso sull’immaginario gastronomico del Paese. Il volume segue l’intero arco della gestione familiare, dal 1970 al 2013, raccontando come la famiglia Stoppani abbia lavorato per dare a Peck una nuova identità, ampliandone l’offerta e impostando un modello fondato sulla cura del prodotto e del servizio.
La prefazione è firmata da Carlo Cracco, che nel libro traccia un ritratto diretto di Stoppani: “La massima qualità del signor Angelo era una grande, rara visione del suo mondo. Non gli interessava solo di potere offrire il meglio dei prodotti possibili, questo era alla base. Il suo obiettivo era costruire tutto un sistema che offrisse il miglior servizio immaginabile” ha raccontato lo chef, ricordando gli anni del ristorante ospitato negli spazi di Peck. In chiusura, la postfazione di Leone Marzotto offre un punto di vista diverso ma complementare, concentrato sui tratti che hanno segnato il modo di lavorare di Stoppani e della sua famiglia: una “figura complessa, in cui si mischiava sapere, saper fare, saper comunicare, saper gustare e saper gestire”.
Marchi, fondatore di Identità Golose, affianca a queste testimonianze il proprio sguardo di giornalista, restituendo un profilo che incrocia storia personale e storia del commercio alimentare italiano. Nel volume l’autore ricorda come “tutti riconoscevano in Angelo il leader”, un riferimento costante per i collaboratori e per i familiari coinvolti nel progetto. La narrazione non si limita al racconto di una singola impresa, ma diventa anche una fotografia di un certo modo di intendere il lavoro, la città e la gastronomia nell’Italia del secondo Novecento.

