Mi chiedo come possa campare in tempi magri e di saldi tutto l’anno, con i negozi di scarpe che fanno la fame, una Pantofoleria
Sotto casa mia noto un nuovo negozio trendy, con gli scaffali di design retroilluminati e poltrone per attese e prove comode. È una Pantofoleria. Mi chiedo come possa campare in tempi magri e di saldi tutto l’anno, con i negozi di scarpe che fanno la fame, una Pantofoleria. Poi mi sovviene una riflessione più ampia, non viziata dai miei studi economici.
Questo Paese durante il lockdown ha cambiato, accelerando alcune spinte innate, il suo senso di marcia. Essere costretti a stare in casa, iniziando per molti una nuova dimensione con lo smart working, ha ridotto l’uso delle scarpe per il movimento esterno. Inoltre l’Italia è il paese più anziano del mondo, il regno dei pensionati, la patria del reddito di cittadinanza che induce, nella sua assurda formulazione, a divani e pareti domestiche. È la patria europea dei Neet, coloro che non studiano e non lavorano, che passano molto del loro tempo in casa in una forma socialmente autistica.
Dagli anni 80 è in calo vertiginoso la competitività per cause strutturali del mercato del lavoro. Nonostante eravamo uno dei principali paesi manifatturieri del mondo, ci siamo via via seduti. Tutto questo fa diminuire fortemente il ritmo di marcia del paese che passa, come una variabile distopica, dalle scarpe da jogging alle pantofole. Certo abbiamo il campione olimpico dei cento metri, Marcel Jacobs, ma è di chiara cultura straniera.
La verità è che ormai il Paese rallenta da anni per tante cause, la politica è una di queste. Lo spettacolo di elezioni inutili forse, che i cittadini non auspicavano, farà sì che gli elettori in grande massa rimarranno a casa a vedersi lo spettacolo in televisione, tra pop corn e patatine, seduti sul divano e con ai piedi un paio di pantofole.
Giovanni Pizzo